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«10.000km per te» e Lazio Singapore, Gan: «I veri tifosi sostengono la squadra oltre risultati e problematiche» – FOTO & VIDEO
La distanza non può essere una scusa, la Lazio si ama, a prescindere
La manifestazione più evidente ce la regalano i tifosi che vivono all’estero, lontanissimi dalla Capitale, nelle zone più sperdute del mondo. In Singapore ad esempio, dove vive Nigel Gan, autore del libro «10.000 km per te» (molti lo ricorderanno per lo striscione presente in diverse occasioni in Curva Nord) e fondatore del fans club «Lazio Singapore». Il mitifo tifoso biancoceleste, nonostante le difficoltà dovute al fuso orario, ha risposto ad alcune domande per la nostra redazione. Ecco l’intervista completa in esclusiva per Lazio News 24.
Come e quando sei diventato sostenitore Lazio?
«Correva l’anno 1993, avevo 14 anni e stavo guardando la televisione a casa. La Lazio stava giocando contro l’Inter e un giocatore particolare si è distinto in campo. Estremamente veloce e causa di problemi per la difesa neroazzurra composta da Beppe Bergomi e Riccardo Ferri. Ha indossato la maglia numero 11 e aveva bei capelli biondi, ma quello che mi ha affascinato è stato il suo gol straordinario. Fu amore a prima vista! Quel gol e gli splendidi colori biancocelesti della S.S. Lazio hanno conquistato il mio cuore. Quel giocatore, come tutti hanno capito, è stato Beppe Signori! Mi ha fatto diventare Laziale».
La passione per il club ti ha portato a pubblicare un libro, cosa ti ha ispirato a scrivere «10,000 km per te»?
«Tutto è iniziato dopo aver letto il lavoro di Tim Parks, «A season with Verona». Comunque le ragioni principali che mi hanno portato a scrivere il testo sono state due: intanto diffondere la Lazialità! Poi perché penso che il calcio dovrebbe essere vissuto allo stadio e non sugli schermi televisivi. Spero che attraverso questo libro possa arrivare il messaggio, non solo ai Laziali, ma anche a tutti gli appassionati di calcio di tutto il mondo. Andiamo allo stadio! Vedere così tanti posti vuoti all’Olimpico mi addolora tantissimo. Capisco essere contro la gestione Lotito, anche io lo ritengo decisamente inappropriato, ma non dobbiamo abbandonare il nostro team. Ogni volta che canto «Lazio, tu non sarai mai sola», c***o lo devo pensare sul serio!. La gente mi ha detto che percorrere 10.000 km per sostenere la Lazio è già abbastanza, ma è anche importante notare che questo è solo un numero. I veri tifosi sono quelli che rimpiono le tribune e vanno in giro per l’Italia ogni domenica, per sostenere i propri colori. La nostra passione deve continuare ad ardere, non importa se si vinca, si perda o si pareggi! Ultima ma non meno importante ragione, mi sto anche impegnando a donare una parte dei guadagni per aiutare il Comune di Amatrice».
Sul fans club…
«Ho fondato il «Lazio Singapore» insieme ad un amico nel 2007, adesso siamo un piccolo gruppo di circa 30 membri. Ma il numero non credo sia un fattore importante, ho sempre creduto nella qualità piuttosto che sulla quantità. Il giorno della partita ci riuniamo insieme per guardare l’evento su un computer portatile, purtroppo non sempre il segnale è ottimale».
Cosa significa la Lazio per voi?
«E’ uno stile di vita che ormai ci appartiene, è tutto per noi. Io lavoro duramente durante l’anno e conservo il denaro racimolato, tutto per finanziarmi il viaggio a Roma. Essere in curva, cantare insieme a migliaia di Laziali, mi dà probabilmente una delle più profonde soddisfazioni in assoluto! La curva nord è sacra e speciale, mi regala un senso di libertà e mi fa dimenticare ogni preoccupazione».
In Asia ci sono anche altri gruppi di sostenitori (fra cui S.S. Lazio Thailand, clicca qui per leggere l’intervista al fondatore Piyapong). Avete rapporti con loro?
«Si, certo! Ho creato un gruppo chiamato «Lazio Asia» su Facebook, in modo da poter unire tutti i laziali asiatici sotto un’unica bandiera! Abbiamo membri provenienti da Vietnam, Thailandia, Giappone, Malesia, Hong Kong, Cina, Indonesia, Australia, Cambogia e persino dall’Iran! Ho strettissimi rapporti con tutti loro e durante la Supercoppa Italiana in Cina l’anno scorso, ci siamo ritrovati tutti insieme per sostenere la nostra amata squadra! Forse la nostra coreografia non è stata mostrata dalla Rai, ma abbiamo disegnato un bellissimo striscione 20x20m di un volo dell’aquila sopra i cieli di Shanghai».
Qual è la tua opinione su Inzaghi? La sua squadra può ambire al ritorno in Europa League, o meglio ancora in Champions?
«È un gruppo giovane, avrà certamente un futuro. Per quanto riguarda Inzaghi, gli darei un punteggio di 7 per la performance mostrata finora, sta facendo un ottimo lavoro. Non è facile essere l’allenatore della Lazio, conosciamo tutti la pressione dell’ambiente e le aspettative dei tifosi laziali che sono spesso molto stressanti. Ad essere onesti, se vogliamo competere in Champions, abbiamo bisogno di spendere soldi per giocatori di qualità. Al momento non ci sono nemmeno la possibilità di poter competere in quella competizione, l’Europa League è un obiettivo più realistico, io credo che possiamo farcela».
Cataldi è stato finalmente convocato in Nazionale, martedi può sperare anche nell’esordio in amichevole contro la Germania. Meriterebbe più spazio anche nel suo club?
«Danilo è laziale, nato e cresciuto a Roma. Ha capito quanto sia importante il derby per noi, e che quando scende in campo della maglia Lazio, ci aspettiamo il 101% da lui. La squadra ha bisogno di giocatori come Cataldi. Il sistema attuale sta facendo bene, è importante far giocare sempre i calciatori più in forma e schierare la formazione migliore. Mi dispiace per lui, ma sono sicuro che avrà la possibilità di tornare a brillare. Tuttavia spero giochi il derby da titolare!».