14 maggio 2000, da Veron ad Almeyda: le parole dei protagonisti di quella Lazio

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I protagonisti della Lazio del secondo Scudetto hanno rivissuto le emozioni di quella giornata: ecco le loro parole

Era il 14 maggio del 2000, la Lazio alzava al cielo il secondo Scudetto della sua storia. Sulle colonne del Corriere dello Sport, il contributo dei protagonisti di quell’impresa:

VERON – «Avevamo tutto, classe, carattere, esperienza e un allenatore che ci gestì alla perfezione. Eravamo sicuri, troppo forti per non vincere. Il più bravo fu Eriksson, seppe gestirci tenendo tutti sulla corda».

SENSINI – «I minuti di attesa furono davvero emozionanti, speravamo nel miracolo di Perugia. Speciale vincere nell’anno del Giubileo».

ALMEYDA – «Vorrei rivivere quei momenti. La Lazio non vinceva da tantissimi anni lo Scudetto, oggi penso che avremmo dovuto festeggiare di più».

MARCOLIN – «Un epilogo inaspettato, nessuno credeva di vincere lo Scudetto quel giorno. Qualcuno vedeva Perugia-Juventus in tv, altri ascoltavano la radio, io ero dentro lo spogliatoio, c’era un silenzio tombale».

PANCARO – «Realizzai il più grande sogno che avevo da bambino. Nella migliore delle ipotesi ci aspettavamo di arrivare allo spareggio».

MARCHEGIANI – «L’immagine dei tifosi in campo non la scorderò mai. Siamo passati in meno di due ore dallo scetticismo alla speranza, infine alla festa».

BALLOTTA – «Una vittoria arrivata alla radiolina, sono stati 45 minuti di tensione».

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