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2014, la metamorfosi della Lazio: dal tracollo di Petkovic al terzo posto con Pioli

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Il tempo scorre velocemente ed un altro anno calcistico è passato. Quello appena trascorso si è concluso con un ottimo terzo posto in classifica ma, se con un flashback torniamo a ritroso, ci accorgiamo che in tutto l’arco dei dodici mesi sono state vissute poche luci e tante ombre. La dirigenza biancoceleste, dopo la vittoria della storica finale di Coppa Italia del 26 maggio 2013, conferma inizialmente mister Vladimir Petkovic. I soli 20 punti raccolti a due partite dal termine del girone d’andata e le basse motivazioni del tecnico bosniaco (confermate dalle voci che lo davano c.t. della Svizzera al termine del Mondiale brasiliano) obbligano il presidente Claudio Lotito a sollevarlo dall’incarico. Così, il 30 dicembre, viene richiamato a Formello Edy Reja, col compito di rimettere insieme i pezzi di una zattera quasi distrutta, come accaduto nella stagione 2009-2010, e di traghettare la squadra in acque più tranquille. Il mister ex Napoli riesce a scuotere l’ambiente e all’esordio, il 6 gennaio 2014 all’Olimpico contro l’Inter, ottiene subito i tre punti grazie ad una rete splendida di Klose. Sebbene in Europa League venga eliminata ai sedicisemi di finale dal modesto Ludogorets, la squadra del tecnico goriziano in campionato invece riesce ad inanellare altri 5 risultati utili consecutivi (Bologna, Udinese, Juventus, Chievo e Roma). Il gioco espresso non è esaltante, ma con Reja la difesa biancoceleste traballa molto meno e le speranze di conquistare un posto in Europa, inesistenti fino ad un mese prima, si riaccendono prepotentemente. Quello che però avviene nelle ultime cinque gare di campionato sa di vero e proprio suicidio sportivo: nei tre scontri diretti che regala il calendario la Lazio racimola due pareggi, entrambi 3-3 contro Torino ed Hellas Verona, e una pesante sconfitta 4-1 nella Milano neroazzurra. Quelli persi si scoprono punti pesanti perchè i capitolini chiudono la graduatoria al nono posto, a sole due lunghezze dalla posizione, occupata dal Parma, valida per disputare i preliminari d’Europa League.

Rivoluzione Pioli – La delusione per l’ennesima annata vissuta da matricola riscalda ancor di più la contestazione dei tifosi nei confronti della società, Lotito e Tare questa volta non possono sbagliare. Il cambiamento inizia dalla panchina, Stefano Pioli sostuisce Reja, e prosegue con i calciatori. Il cartellino di Candreva viene completamente riscattato dall’Udinese, i nuovi Basta, Parolo, De Vrij, Braafheid e Gentiletti si aggregano alla rosa, e le offerte per Lulic, Biglia e Keita vengono respinte. Le premesse iniziali sono molto positive, la Lazio regala un calcio moderno e offensivo fin dalle prime giornate, ma le prestazioni non sono accompagnate dai risultati e la sola vittoria contro il Cesena, nelle prima quattro sfide di campionato, porta a pensare ad una nuova mediocre stagione. L’allenatore emiliano crede nei suoi uomini, le vittorie prima o poi arriveranno, ma pretende maggiore grinta e cattiveria sotto porta. Qualità che si verificano con prontezza nella trasferta di Palermo: il netto 0-4 rifilato ai siciliani è l’inizio di una striscia positiva,16 punti in 6 gare, che fa volare i biancocelesti al terzo posto in compagnia della Sampdoria. I numerosi infortuni rallentano la corsa della prima squadra della Capitale, che prima cade ad Empoli, poi prende tre sberle dalla Juventus campione in carica e infine strappa un punto in casa del Chievo. Il terzo posto si allontana, ma le pretendenti non hanno un passo molto più rapido. Pioli non vuole che i suoi gettino la spugna così facilmente, li sprona alla reazione che arriva anche questa volta: Parma e Atalanta vengono superate agevolmente, la Lazio è di nuovo in zona Champions League. Nella sfida che conclude l’anno al ‘Meazza’ di Milano, con una vittoria si potrebbe salutare il 2014 dal terzo gradino solitario. Il primo tempo illude tutti, la doppietta di Felipe Anderson è il riassunto del dominio laziale, ma nei secondi 45 minuti la squadra di Pioli smette di giocare, così che Kovacic e Palacio agguantano un pareggio insperato, facendo sorridere Napoli e Sampdoria che si vedono solamente raggiunte. Per archiviare la prima metà di stagione mancano all’appello ancora tre sfide, e saranno tutte di cartello perchè di fronte le aquile troveranno proprio i liguri blucerchiati (il 6 gennaio) e i partenopei (18 gennaio). Tra i due incontri inoltre si interpone il sentitissimo Derby della Capitale (l’11 gennaio). La Lazio adesso è artefice del proprio destino, le due gare in casa (considerando quello con i rivali giallorossi un match a parte) dovranno essere sfruttate al massimo . Il contributo della società durante il mercato di riparazione sarà fondamentale, sfoltire la rosa extra-large è necessario, rinforzarla adesso che la Champions non sembra così lontana è un obbligo!

Rocco Fabio Musolino – Lazionews24

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