2013

22 settembre: non chiamatela rivincita

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E’ subito derby dunque. Neanche il tempo di riprendersi dalla vittoria storica del 26 maggio, con tutta la tensione precedente da essa causata, che si va di nuovo in campo. Di nuovo una contro l’altra. Di nuovo Curva Nord contro Curva Sud, anche se per alcuni momenti della giornata di ieri, quest’ultima sembrava dover rimanere seduta davanti al divano, senza poter dare il suo apporto ai calciatori giallorossi. Ma è un bene o un male? Mister Petkovic, con la sua solita personalità coraggiosa e slanciata, ha ammesso che giocare subito la stracittadina è uno stimolo e una fortuna. Sulla carta la Roma ha cambiato molto, e di solito è preferibile incontrare subito le squadra che hanno un tecnico nuovo e devono assimilare ancora tutti i dettagli del nuovo impianto di gioco. La Lazio invece ha cambiato poco, ma in partite come il derby, queste piccolezze a volte risultano inutili e superflue. Di sicuro è uno stimolo per i tifosi, sia laziali che romanisti, gli uni che possono continuare la festa sugli spalti rinfacciando ancora ai cugini la vittoria di Coppa ancora molto fresca, gli altri che vogliono una sorta di rivincita, e più che altro vogliono riconquistare una partita che manca ormai dal 13 marzo 2011. Ma non chiamatela rivincita. Non chiamatela vendetta. I tifosi biancocelesti rivendicano l’unicità di quella partita di un tiepido pomeriggio di maggio, dove si è scritta la storia. Come si può paragonare un partita unica, secca e senza precedenti con un partita che si verifica minimo due volte l’anno? Su questo i laziali hanno ragione da vendere. Certo è molto curioso che in un momento cosi delicato della vita calcistica romana, dove una supremazia ben precisa si è appena delineata e nella quale i tifosi biancocelesti sguazzano allegramente, mentre i giallorossi sono ancora storditi, si rigiochi un derby nel mese di settembre, alle prime di campionato. Non succede quasi mai, l’ultima stracittadina disputata a settembre risale al 1984, quando proprio in occasione di un turno di Coppa Italia, la Roma vince 2 a 0 con gol di Iorio e Di Carlo. C’è addirittura un precedente proprio del 22 settembre, nel lontano 1974, a pochi mesi dallo storico scudetto di Maestrelli, precedente ancora favorevole alla Roma che vince 1-0 con rete di Prati al 61esimo. Ma di derby di campionato giocati a settembre neanche l’ombra in tutta la storia. Ci sono partite giocate addirittura ad agosto, ma sempre di Coppa Italia. Sarà dunque la prima volta che il calendario metterà di fronte, pronti via, le due squadre della Capitale. La Lazio sarà anche impegnata in Europa giovedì 19 settembre, e già Petkovic ha allontanato ogni tipo di scusante: “Quest’anno siamo completi e dobbiamo lottare su tutti i fronti”. Tra l’altro la gara non si potrà spostare al lunedì poiché la settimana dopo il derby sarà previsto il primo turno infrasettimanale del torneo. La storia dice gloria, come recita lo slogan della campagna abbonamenti, i tifosi vivranno l’evento rilassati e con la consapevolezza di essere ancora molto in credito, di essere fortunati ad aver vissuto quella giornata storica. Qualcuno lancia anche l’allarme. “Usciamo dal provincialismo, affronteremo la Juve due volte in 15 giorni, e una delle due varrà un trofeo”. La squadra lo sa, la gloria si ottiene attraverso molti fattori, quindi non chiamatela rivincita, ma chiamatela partita, perché da oggi, anzi dal 26 maggio 2013, nessuna partita può far paura, ma tutte devono far mettere sull’attenti, perchè la gloria si ottiene attraverso ogni singola gara; del resto se non ci fossero state le parate di Carrizo e il gol di Ciani contro il Siena e la capocciata di Floccari contro la Juventus, la Lazio non sarebbe mai diventata “Padrona di Roma” e ora staremo di nuovo qui, sull’infinita giostra del dualismo cittadino, cercando invano di mettere i piedi per terra.

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