Non contano i soldi, ‘conta er core’: capito Lucas? - Lazio News 24
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Editoriale

Non contano i soldi, ‘conta er core’: capito Lucas?

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L’analisi tecnico-tattica di Lazio-Milan, partita della terza giornata di Serie A, vinta meritatamente per 4-1 dai ragazzi di Simone Inzaghi

Dubbi e incertezze: “si gioca”? Dopo una mattinata di dilemmi la pioggia si placa e prendere una decisione diventa più facile. Si è giocato, o almeno una squadra lo ha fatto. L’altra un po’ meno. Per meriti dell’avversario ovviamente e non solo per demeriti propri. L’avversario ostico e difficile da affrontare è ancora la Lazio. Come capitato un mese fa alla Juve, anche il Milan deve inchinarsi alla forza dei ragazzi di Inzaghi, letali e spietati quando c’è da colpire. La fotografia dei biancocelesti e della partita giocata, può essere brevemente riassunto nel bolide scaraventato da Immobile alle spalle di Donnarumma. Violenza e fame di vittoria, di chi ancora oggi non gode della luce dei riflettori. Nonostante la vittoria in Supercoppa e i 4 gol al Milan, la Lazio continua a non esser considerata una squadra di testa, o che possa insidiare le prime quattro posizioni. Poco importa, sarà ancor più stimolante per Inzaghi e i suoi ragazzi, dimostrare il contrario.


METODO INZAGHI
– Ancora una volta il tecnico piacentino surclassa un suo collega. Nella circostanza specifica a rimanere ingabbiato nel solito sistema di gioco biancoceleste è Vincenzo Montella, avversario di tanti derby. Il canovaccio tattico della Lazio è sempre lo stesso: farsi aggredire per poi ripartire e sfruttare le armi in proprio possesso. Dopo un inizio non facile, con il Milan che avanzava sensibilmente il proprio raggio d’azione, i biancocelesti escono dal guscio e pian piano prendono supremazia nella metà campo avversaria. Basta poco per mettere paura ai rossoneri che poi vanno in bambola. Luis Alberto e Milinkovic creano molti problemi tra linee: si cercano e si trovano sempre e la rapidità di Immobile non aiuta Bonucci e Musacchio, lenti e impacciati. Nella ripresa con le praterie concesse dal Milan, la Lazio diventa ancor più devastante e seppur senza i due velocisti Felipe Anderson e Nani, la chiude con 2 gol in 5 minuti. Perfetta anche la difesa, peccato soltanto per il gol preso, molto simile a quello di Pucciarelli, arrivato dopo una serie di carambole. Intelligenza tattica e intensità di gioco: queste le due principali caratteristiche, di una squadra che vuole stupire ancora.

MILIONI VS IDEE – Se nel calcio vincesse sempre chi ha più denaro, le partite non andrebbero giocate mai. Spesso in queste classifiche l’intrusa è la Lazio, abituata a lottare con potenze economiche maggiori, molte volte battute (vedi la Juve e proprio il Milan). La tanto decantata campagna acquisti rossonera, contro i pochi acquisti, ma mirati dei biancocelesti. I ragazzi di Montella non sono ancora squadra e vanno a sbattere contro un avversario ben amalgamato e ben messo in campo, con cui molte altre corazzate faranno fatica. Da una parte ci sono i demeriti, ma inevitabilmente dall’altra ci sono anche i meriti. Lo stratega Inzaghi prepara un’altra partita curando tutti i minimi dettagli, ingabbiando gli uomini avversari di maggior spicco. Radu e Lulic non concedono mai spazio a Suso, Biglia viene puntualmente marcato da Luis Alberto o Milinkovic e Bonucci costantemente disturbato da Immobile, che non gli permette di effettuare i suoi classici lanci. E Montella? Alla fase difensiva perfetta e al contropiede, è difficile prendere una contromisura. E’ il modo più antico di giocare al calcio, soprattutto in Italia, ma in tanti sembrano non averlo ancora imparato.

IL RITORNO DI BIGLIA – Tanti fischi, come anche lui aveva previsto due giorni prima del match: «Non mi aspetto una grande accoglienza» – e così è stato. Lucas Biglia torna per la prima volta all’Olimpico da avversario e si rende protagonista di una delle sue peggiori partite in carriera. L’emozione del ritorno e il clima ostile nei suoi confronti non lo rendono tranquillo, ma dopo una promessa di amore eterno e l’addio in estate, non poteva essere altrimenti. Tanti palloni toccati, per lo più inutili e fini a se stessi. Come se non bastasse, arriva anche il tunnel di Parolo. Montella sul 4-0 gli risparmia l’umiliazione della sostituzione, evitandogli i fischi di uno stadio intero. Sicuramente i laziali non lo stanno rimpiangendo, anzi da ieri è diventato uno degli ex più odiati, insieme a Keita. Entrambi non hanno sposato il progetto Lazio, non credendo ai margini di miglioramento che poteva avere la squadra. E’ presto per parlare di traguardi e obiettivi, ma intanto i tifosi e anche i calciatori laziali si sono presi una bella rivincita, nei confronti di chi ha lasciato la Capitale per… ‘andare a vincere’ altrove. La realtà invece dice che l’unico trofeo fino ad’ora in palio è stato vinto proprio dai biancocelesti. Sarà un caso? Povero Lucas, 6 finali di fila perse in 4 anni non sono facili da digerire, ma 4 gol contro la tua ex squadra, non devono essere altrettanto piacevoli. Destini divisi che si sono subito incrociati. Leiva il dopo Biglia. Caro Milan, ad ognuno il suo Lucas. Tra scaramanzia e comportamenti poco graditi, ieri dalle parti della Curva Nord, il biondo argentino non sembrava mancare molto.

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