Focus
Per non dimenticare: 38 anni dopo Vincenzo Paparelli sempre nel cuore dei laziali
A 38 anni di distanza il popolo capitolino non dimentica Vincezo Paparelli, tifoso della Lazio ucciso da un razzo il 28 ottobre 1979
In questo mondo non esistono santi, è vero. Ma esistono gli ANGELI. Loro sono tra noi, inconsapevoli di esserlo. In vita il fato non è stato benevolo, ma il loro nome è destinato a restare in eterno. VINCENZO PAPARELLI ne è un esempio. Egli non lo avrebbe mai immaginato, eppure durante quel Roma-Lazio del 28 ottobre 1979 è diventato per sempre immortale. Quel maledetto razzo proveniente dalla Curva Sud (da allora in poi divenuta tana del tifo romanista) gli ha tolto la vita, ma non l’esistenza. Vincenzo è entrato nel cuore di ogni laziale. Vincenzo è diventato il simbolo di un popolo che ha imparato a dover lottare da solo contro tutti, di un popolo che ha imparato a soffrire per non arrendersi, di un popolo che ha imparato a distinguere se stesso da una maggioranza priva di una dote: il rispetto. Perchè, come va condannato un adesivo di Anna Frank con la maglia della Roma, allo stesso modo è da condannare colui che scrive: «10, 100, 1000 Paparelli», «Paparelli te stai a perde’ i tempi belli», «Morto un Papa… relli, se ne uccide un altro», «2014 nulla è cambiato, ancora godo per il razzo sparato» e tante altre frasi vergognose che per fortuna ho dimenticato. Una maggioranza (quella romanista) perbenista e ipocrita che ha preferito dimenticare di aver commesso molto tempo prima un reato, utilizzato oggi per denigrare unaminoranza (quella laziale). La minoranza che dal 1900 (quando, per dire la verità, esisteva solo lei) è il vanto della Capitale d’Italia. Un popolo in sostegno di una Polisportiva, la più grande d’Europa, fondata su profondi principi etici e che oggi non ha bisogno della morale di chi ha l’anima sporca di sangue. Il sangue del povero Vincenzo il cui nome è stato continuamente infangato, la cui famiglia per anni non ha avuto giustizia. I LAZIALI NON CHIEDONO NULLA: non vogliono passare per la vittima del sistema, non pretendono maggiore considerazione rispetto a quella (poca) che hanno già. I LAZIALI CHIEDONO SOLO CHE VINCENZO VENGA RICORDATO, COSì COME ANNA FRANK, PERCHÈ MARTIRE DI UNA BATTAGLIA A CUI NON DOVEVA PRENDER PARTE. I laziali sono stanchi di subire inutili provocazioni, di essere la propaganda di politici corrotti edi essere menzionati solo per gesti fascisti, antisemiti, ecc… commessi da pochi ignoranti.
Gli ultras della Lazio hanno scavato a mani nude fra i detriti del terremoto di Amatrice;
– Ah ma gli adesivi…
Gli ultras della Lazio hanno raccolto 11.794 euro per i terremotati del Centro Italia;
– Ah ma gli adesivi…
Gli ultras della Lazio hanno portato una corona di fiori sul luogo dell’attentato di Nizza;
– Ah ma gli adesivi…
Gli ultras della Lazio hanno indossato di fronte a tutto il mondo la scritta «F*uck Isis»;
– Ah ma gli adesivi…
La Lazio propone da due anni l’iniziativa «Dalla scuola allo stadio: il modo giusto per sostenere lo Sport»;
– Ah ma gli adesivi…
Gabriele Sandri è stato ucciso da un colpo di pistola, ma non è stato imposto alcun minuto di silenzio;
– Ah ma gli adesivi…
ESSERE LAZIALE NON E’ UN REATO! VINCENZO VIVE.