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Pancaro racconta Inzaghi e Gattuso: «Rino è un martello, Simone ha una grande passione»
Le parole del doppio ex Giuseppe Pancaro in attesa del match di questa sera tra Milan e Lazio
Questa sera sarà di nuovo Milan-Lazio e per Giuseppe Pancaro sarà ancora una volta una doppia sfida tra due squadre che hanno segnato momenti bellissimi della sua carriera. Otto anni in tutto trascorsi prima con i biancocelesti e poi con i rossoneri, indimenticabili, e due allenatori, Gattuso e Inzaghi che sono stati entrambi suoi compagni di squadra. Pancaro però non riesce a dire con fermezza chi la spunterà in queste due gare di Coppa Italia, come riporta la Gazzetta dello Sport: «Non chiedetemi chi andrà in finale. Se me lo aveste chiesto prima di domenica, avrei risposto Lazio. Ora è una doppia sfida aperta a tutto».
INZAGHI E GATTUSO: «Rino ha una cultura pazzesca del lavoro, non fatico a credergli quando dice che si mette sotto 20 ore al giorno. E’ un martello come quando giocava, ha una grande forza di volontà e trasmette tutto questo alla squadra. Simone aveva una passione smisurata, conosceva tutto e tutti dalla C alla A e anche lui trasferisce questa passione ai suoi giocatori. Di Rino ricordo l’intelligenza nei momenti di difficoltà della squadra: prendeva e partiva in pressione contro tutti, e in quel modo dava un segnale importante ai compagni. Siamo entrambi calabresi, avevamo un rapporto particolare, si parlava in dialetto ed è stato lui ad accogliermi nello spogliatoio, facendomi sentire a casa. Una grande intesa. Di Simone ricordo la leggerezza, intesa come qualità, in alcune situazioni: una grande abilità nello sdrammatizzare, ti toglieva tensione. Un antistress. Vivo a Roma, abitiamo vicino, ci sentiamo e vediamo con frequenza. Di Rino apprezzo la forza di volontà, che però può trasformarsi in difetto: a volte occorre anche avere l’intelligenza di saper staccare. Simone invece sa gestire e gestirsi, quindi si ricarica ed è sempre lucido. Auguro a entrambi una grande carriera: Simone sta bruciando le tappe, Rino spero che raggiunga traguardi importanti».
COPPA ITALIA: «Se devo proprio dire 51, dico Lazio, ma semplicemente perché là ho radici più profonde. Ho trascorso sei anni fantastici, rimasti nel cuore. Quando vedo la Lazio mi emoziono. Però anche a Milano sono state due stagioni bellissime: è scoccata immediatamente la scintilla, un’intesa intensa, mi sono sentito subito importante. L’altra sera a San Siro la gente mi fermava e mi salutava, sono cose belle».
CAMPIONATO: «Il Milan mi ha fatto una bellissima impressione: vivo, con gamba e qualità, aggressivo. Non avrà cali di tensione, perché la squadra sa bene di aver fatto per ora solo un piccolo passo. Occorre che i giocatori capiscano che il Milan, in quanto Milan, deve giocare così la maggior parte delle volte, non ogni tanto. La Lazio mi ha stupito in negativo perché conosco la loro forza: in questo momento per qualità sono inferiori solo alla Juve. Faccio i complimenti a Tare, è una squadra ben costruita. Ma domenica sono stati troppo timidi. Servirà di lezione: la Lazio avrà una clamorosa voglia di rivalsa».
CUTRONE: «Sono a favore, perché ha corretto diversi errori, ma va migliorata. Comunque credo alla buona fede di Cutrone. La Lazio indubbiamente è stata sfortunata in più di un’occasione, ma è talmente forte che non deve far diventare la Var un alibi».