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Diaconale agli organi d’informazione: «Cori razzisti? Noi vittime di una psicosi mediatica»
Arturo Diaconale, ha parlato dei presunti cori antisemiti e razzisti di cui sono stati accusati i tifosi biancocelesti
Il direttore della comunicazione biancoceleste, Arturo Diaconale, ha preso parola in conferenza stampa per parlare della notizia divulgata da alcuni organi di informazioni, su cori a sfondo razziale e antisemita. Questo il suo intervento: «Intervengo in merito alle notizie diffuse riguardo ai cori accaduti durante la partita. Io faccio parte del 98 % di persone che questi cori non li ha sentiti. Non metto in discussione ne la buona fede, ne l’udito di chi li ha ascoltati. Ma se ci sono stati la società condanna qualsiasi tipo di coro a sfondo antisemita o razziale. Credo che ci sia una sorta di psicosi che gonfia o trasforma episodi marginali o inesistenti, in questioni gigantesche. Ho letto di cori da parte dello stadio, come se tutti lo avessero fatto. Viviamo in un’epoca in cui tutto diventa virale e può danneggiare l’immagine della società. Mi hanno detto che avrebbero scritto di aver sentito “Roma come l’Africa”, spero che non se la prendano tutti gli africani presenti nella nostra città. Ovviamente questa è una battuta. In ogni caso, invito tutti i colleghi a dare il giusto peso a episodi che in qualsiasi altro caso sarebbero stati ignorati. Che poi ci siano dei gruppi che vogliano catturare l’attenzione di qualcuno, questo può capitare. Ma sta a tutti i miei colleghi evitare di ingigantire un fatto e quindi di dargli la notorietà che cercano».
Diaconale ha poi parlato anche ai canali ufficiali della società: «La Lazio quest’oggi non ha risentito della sosta mettendo in campo una grande prova. Il problema quest’oggi, però, è sorto da episodi marginali al match che rischiano di diventare un danno oggettivo per la squadra e per la Società. È arrivato il momento di affrontare il tema della psicosi, riguarderà tante altre squadre in futuro. Questo fenomeno consente a piccoli gruppi o a qualche individuo di avere una visibilità che non merita creando tensioni ingiustificate. La Lazio chiederà registrazioni in casi di questo tipo. Nessuno oggi conosce l’entità di questi presunti cori e ci dobbiamo attenere all’udito di chi li ha percepiti, non li metto in discussione ma non possiamo accettare dei fenomeni di condanna collettiva per episodi del tutto marginali».