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Genoa-Lazio, l’accusa di un tifoso: «Trattati come animali da macello dalla Polizia»
Un tifoso denuncia il trattamento subito durante l’ultima trasferta, Genoa-Lazio, da parte della Polizia della città ligure
Genoa-Lazio non solo sul campo. Quel che rimarrà ai tifosi dopo la trasferta in terra genovese non sarà solo l’amaro della sconfitta. Sta infatti circolando in queste ore, sui vari forum, la testimonianza di un ultras che condanna le gestione da parte della polizia dell’afflusso e del deflusso dei sostenitori biancocelesti allo stadio. Un racconto che dimostra quanto sia labile il confine tra sicurezza e repressione. Di seguito: «Saliamo sul treno delle 6.05 direzione Genova dove arriviamo alle 10.21 in perfetto orario. Arrivati al binario di Genova Brignole ad accoglierci circa 200 poliziotti in assetto antisommossa. Con noi anche famiglie e papà con i figli: “Da qui non vi dovete muovere”. Poliziotti che ti mettevano le mani al collo per vedere se avevi sciarpe della Lazio e bloccarti sulla banchina del treno. Passaggi e scale sbarrati da cordoni di polizia. Veniamo fatti incanalare tra due ali di polizia fino al piazzale fuori la stazione. Siamo circa cento persone. Ci fanno salire su due autobus per forza e ci portano allo stadio. O meglio nell’antistadio, chiusi in un recinto sbarrato. Sono le 10.30. Non ci fanno uscire. Non c’è acqua, non ci sono bagni, non c’è nulla da mangiare. Si protesta, diciamo alla polizia che non ci possono trattenere qui, siamo dei liberi cittadini. Nulla da fare, non ci fanno uscire. Poi ci dicono che possono uscire dal recinto 5 persone alla volta per andare a comprare dei panini. Ci rifiutiamo».
«Il trattamento che ci riservano è VERGOGNOSO. Poi pensano di chiamare un povero scemo che vende dei piccoli panini. Ci mettiamo d’accordo e decidiamo di non comprare nulla da questa persona perché è nel nostro diritto uscire da normali cittadini. Molti di noi avevamo il ristorante prenotato, nulla da fare. Dei ragazzi hanno una pensata. Con l’applicazione Just Eat comprano delle pizze e diciamo di portarcele nel recinto dell’antistadio dove eravamo rinchiusi. Arrivano i camerieri con le pizze e i poliziotti non li fanno avvicinare per la consegna delle pizze. Decidiamo di richiamare il ristorante per disdire la prenotazione e nel momento di attaccare a loro (del ristorante) rimane il telefono aperto e si sentono i commenti sotto: “Sti laziali di m****a, sti poveracci magari muoiono di fame”. Alle 13.15 ci fanno entrare allo stadio dopo 3 ore passate nel recinto SEQUESTRATI. Finisce la partita. Ci tengono mezzora dentro lo stadio, poi usciamo nel famoso recinto dove ci aspettano le navette per portarci in stazione. Saliamo e chiudono le porte, con noi accatastati come maiali diretti al macello. Un caldo infernale con noi chiusi sugli autobus per mezzora. Poi si parte direzione Brignole. Questa è la cronaca di una trasferta nella ridente Genova. Nella simpatica e CIVILE Genova. Roba da vergognarsi e da denunciare».