Campionato
Serie A, Repubblica svela le date della ripresa
La Repubblica svela tutto sulla ripartenza della Serie A: date, allenamenti, ritiri e tutto ciò che c’è da sapere sulla ripresa
Dopo un momento di totale caos per la Serie A, sembra che arrivino le prime notizie per cercare di fare ordine.
La Repubblica, nell’edizione odierna, ha cercato di mettere le cose in chiaro dopo il nuovo DPCM di ieri sera: «Allenamenti da lunedì 4 maggio. Serie A al via l’ultimo fine settimana del mese. Partite in turno doppio, nel weekend e in settimana, per concludere tutte le competizioni a fine luglio o al massimo il 3 agosto: dipende dalle coppe. E avvio del prossimo campionato a settembre. Ora che il premier Giuseppe Conte ha indicato nel 3 maggio l’ultima data di limitazioni stringenti per contrastare l’emergenza Coronavirus, il calcio progetta la ripartenza: stadi, campi d’allenamento, incastri di coppa con gli altri campionati europei grazie al coordinamento sui calendari della Uefa, che il 21 aprile riunirà in una videoconferenza ad hoc leghe e federazioni».
DATE DI RIPRESA – Arrivano le delucidazioni anche per ciò che riguarda il giorno in cui si scenderà in campo: «Nella prima settimana di allenamenti le società di A (i campionati minori dovrebbero seguire) sono pronte a dividere i giocatori in gruppi di tre, con una rotazione che limiti i contatti. Seguiranno tre settimane di attività intensa, per arrivare pronti al 31 maggio, potenzialmente la prima domenica di calcio, fra 50 giorni. Il turno potrebbe essere spalmato fra il 29 maggio, prima data utile per gli anticipi, e il 2 giugno, Festa della Repubblica. Diversi club, Fiorentina e Verona in testa, hanno già avviato la sanificazione dei propri centri di allenamento».
QUESTIONE STADI – Il quotidiano si è espresso anche sulla possibilità di vedere gli stadi vuoti: «L’obiettivo della Lega Serie A è che ogni squadra giochi in casa nel proprio stadio, a porte chiuse. Se la Lombardia sarà ancora zona rossa, le società interessate dovranno trovare un campo neutro. Proprio su queste difficoltà organizzative fanno leva i pochi club, in lotta per la salvezza, contrari alla ripresa: Torino, Sampdoria, Genoa, Udinese e soprattutto Brescia, con il presidente Cellino capofila del gruppetto. Il premier Conte aveva valutato addirittura l’ipotesi di autorizzare a fine aprile la ripresa degli allenamenti. A stopparlo sono stati il comitato tecnico scientifico e i medici della Federazione di medicina sportiva italiana, preoccupati dalla concentrazione dei club in zone al centro della pandemia (14 delle 20 squadre di A), dall’inadeguatezza di molti centri d’allenamento (11 senza foresteria) e dal fatto che, in una fase di emergenza per gli ospedali, gli eventuali infortuni degli sportivi non possono essere certo curati in via preferenziale. Il discorso vale, a maggior ragione, per i necessari test legati al coronavirus. E servono medici anche per l’antidoping».
COPPE INTERNAZIONALI – Sulla Champions e l’Europa League è stato detto: «Solo quando tutti i campionati con squadre ancora in corsa in Europa comunicheranno le date di ripresa, la Uefa potrà stilare i propri calendari delle coppe. I maggiori timori riguardano la Spagna: oltre al contagio, preoccupano le fratture fra campionato e federazione nazionale. Anche in caso la Liga dovesse partire molto tardi, la Uefa conta comunque di portare in fondo i suoi tornei. Ipotesi estrema: Final Four o Final Eight in una sola città».
PROSSIMA STAGIONE – In conclusione è stato affrontato anche il discorso della prossima stagione, parlando dei ritiri estivi: «Per la Serie A, non è tramontata del tutto l’idea, pur complicata, di tenere in ritiro fisso le squadre nei rispettivi centri di allenamento o in albergo, staff inclusi, fino al termine della stagione. Scartata l’eventualità più spinta: portare tutti i club a Roma, ognuno in un centro sportivo (gli arbitri a Tivoli), e fare giocare tutte le partite nella Capitale. O al limite nelle 5-6 città più risparmiate dalla pandemia. Come nella Liga, dove c’è chi caldeggia un progetto analogo alle Canarie».