Il messaggio social della Lega Serie A per l’attaccante del Crotone Junior Messias
Tramite un messaggio pubblicato sulle pagine social, la Lega Serie A ha voluto celebrare l’attaccante brasiliano del Crotone – prossimo avversario della Lazio – Junior Messias e la sua storia, dagli inizi alla massima serie.
«”Il mio messaggio per tutti i ragazzi è quello di crederci sempre. Bisogna lottare fino all’ultimo per i propri obiettivi, essere convinti dei propri mezzi. I sogni prima o poi si avverano”. Erano i primi anni del 2010, Junior Messias arriva in Italia insieme al fratello. In Brasile aveva giocato sempre a calcio, facendo la trafila nelle giovanili del Cruzeiro. A Torino abbandona l’ambizione di diventare un calciatore professionista, iniziando subito a lavorare come fattorino: consegna elettrodomestici alla guida del suo camioncino per essere sicuro di garantire stabilità a sua moglie e ai suoi due figli. A trovargli quel lavoro furono dei componenti di una squadra della comunità peruviana, iscritta ai campionati amatoriali Uisp. Un calcio fatto di semplicità, di discussioni folkloristiche, moviole e contro moviole e birre nel post gara. La sua vita cambia quando una sera Ezio Rossi, ex calciatore e allenatore di Serie A, durante una gara del campionato amatoriale perde completamente la testa per il suo talento e per quel sinistro. Rossi gli trova quasi subito una squadra, ma Junior rifiuta perchè lo stipendio da fattorino era più alto, mettendo così davanti a tutto il suo lavoro. I due si ritrovano dopo qualche tempo quando Rossi, fresco allenatore del Casale, categoria Eccellenza, lo porta immediatamente con sé. Era il 2015. Da quel momento passano 6 stagioni in cui Messias dall’Eccellenza arriva al primo gol in Serie A, realizzato con la maglia del Crotone.La sua esultanza è sobria. Un urlo secco e poi di nuovo concentrazione. Come a dire: “Questo è solo il primo passo. Ne ho fatti tanti, me lo godo ma penso subito al prossimo”. La sua vita è stata così. Passi piccoli, ma sempre più alti. Gioie piccole, ma sempre più grandi. Un sogno che non finisce mai, una carriera diversa dalle altre, ma sudata, voluta e avuta con merito. Dignità e merito. Il calcio più bello».