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Caso tamponi, deferito Lotito: le motivazioni e cosa rischia la Lazio
Cosa rischia la Lazio? Questa è la domanda che ci si pone, dopo la notizia del deferimento del presidente Lotito e dei medici sociali: l’analisi
Conclusa la fase istruttoria, il Procuratore Federale si è espresso sul caso tamponi che ha coinvolto la Lazio. Il Presidente Lotito, i medici sociali – Pulcini e Rodia – sono stati deferiti al Tribunale Federale Nazionale; così come è stata deferita la Lazio stessa, per responsabilità diretta, oggettiva e propria.
MOTIVAZIONI – Come si legge sul sito ufficiale della FIGC, il deferimento è ricondicubile alla «violazione dell’art. 4, comma 1, del CGS, dell’art. 44, comma 1, delle N.O.I.F., dei Protocolli Sanitari FIGC nonché di quanto previsto dal C.U. n. 78/A FIGC del 1 settembre 2020 in caso di “Mancata osservanza dei Protocolli Sanitari” Claudio Lotito, presidente del Consiglio di Gestione e Legale Rappresentante della S.S. Lazio S.p.A.: per non aver provveduto a far rispettare o comunque per non aver vigilato sul rispetto delle norme. Per non aver tempestivamente comunicato alle ASL competenti la positività al COVID-19 di 8 (otto) tesserati riscontrata, in data 27 ottobre 2020. Per non aver tempestivamente comunicato alle ASL competenti la positività al COVID-19 di 8 (otto) tesserati, riscontrata, in data 3 novembre 2020. Per aver consentito o, comunque, non aver impedito a 3 (tre) calciatori di svolgere, con il restante “Gruppo Squadra”, l’intero allenamento della mattinata del 3 novembre 2020».
COSA RISCHIA – La domanda che adesso rimbomba nell’ambiente biancoceleste è una sola: quali saranno le conseguenze? Come riportato da Adnkronos.com, il caso passerà al Tribunale Federale il quale stabilirà le eventuali sanzioni che potranno concretizzarsi in ammenda, punti di penalizzazione o – nel caso più estremo – nella retrocessione od esclusione dal campionato.