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Bertotto: «La Lazio ha una rosa di livello. E su Sarri…»
L’ex difensore e allenatore Valerio Bertotto ha detto la sua sulla Lazio e sul possibile nuovo allenatore biancoceleste
L’ex difensore e allenatore Valerio Bertotto ha detto la sua sulla Lazio e sul possibile nuovo allenatore biancoceleste. Queste le sue parole, rilasciate ai microfoni di Lazio Style Radio.
NUOVO ALLENATORE – «Nelle ultime settimane ho letto il nome di Sarri accostato alla Lazio. Maurizio è un grande allenatore, ha dimostrato di avere ottime idee di calcio e di fare cose straordinarie con il Napoli e poi dando continuità vincendo anche con la Juventus. Capacità e motivazioni, ad un allenatore come lui, non mancano affatto. Con lui, la Lazio prenderebbe sicuramente un grande allenatore. Quando le big cambiano, c’è un valzer di tecnici importanti. Questo per tutto il panorama calcistico è un bene perché permette a tutti di avere una chance. Sicuramente la Lazio ha una rosa di giocatori di primo livello, che hanno dimostrato nel corso degli anni il proprio valore. Sono stati bravi tecnico e Società a dare continuità, creando sempre una filosofia nuova facendo crescere tutti. Chi arriverà al posto di Inzaghi, troverà una grande squadra con cui lavorare».
DIFESA – «Difesa a 3 o 4? Se sei un calciatore mediocre, ti adegui alle situazioni che ti fanno paura. Se invece sei un giocatore di livello e c’è un progetto tecnico importante, devi saper interpretare più ruoli. Marusic? Mi ha sorpreso, ha giocato praticamente in ogni ruolo della difesa. Si possono creare molto similitudini, quando hai calciatori che nel corso degli anni emergono delle qualità, i ruoli diventano un po’ anacronistici. Le qualità sono importanti ovviamente, ma prima di tutto conta l’organizzazione generale di una squadra».
FUTURO – «Siamo ancora vecchi nell’interpretare una certa filosofia di calcio, se iniziassimo a puntare di più sulla crescita di ragazzi e strutture ci avvicineremmo molto di più alla mentalità europea. Da ex calciatore di livello, dopo pochi secondi capisci subito che tipo di allenatore hai davanti. Ci sono tanti allenatori nelle serie inferiori che possono emergere, hanno qualità e competenze ma hanno bisogno di tempo, cosa che ad esempio non è stata concessa a me quest’anno ad Ascoli, ad ai calciatori. Quando guidavo le nazionali di Lega Pro, selezionavo solo ragazzi di Serie C: tra quelli che sono emersi, oggi molti di loro occupano un ruolo importante anche in Serie A. Questo vuol dire che di materiale sotto ce n’è».
CARRIERA – «In carriera ho affrontato 27 volte la Lazio, nel mio archivio ho una bella foto con me e Inzaghi. Giocavamo a Roma e dopo un calcio d’angolo a nostro favore, iniziammo a correre verso la mia metà campo. Lui si aggrappò alla mia maglia per 50 metri. Simone insisteva ma io non mollavo, così arrivati a metà campo mi girai e simulai un cazzotto, con l’arbitro che ammonì lui (ride, ndr). L’allenatore deve presentarsi per quello che è, essere convincente ed anteporre l’obiettivo comune, anteponendolo a quello personale. Solo così la stagione può avere un qualcosa di importante e suggestivo. Futuro? Sono in attesa di novità a livello professionale per dare continuità al mio lavoro ed alla mia vita, attendo con fiducia».