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Sarri: «Lotito? Belle sensazioni. Staff? Ridotto il numero dei collaboratori»
Maurizio Sarri torna a parlare come ospite della trasmissione Sportitalia Mercato. Ecco le parole del nuovo allenatore della Lazio
Maurizio Sarri rompe il silenzio e torna a parlare in veste di nuovo allenatore della Lazio. Dall’addio alla Juve alla nuova avventura capitolina: il Comandante risponderà alle domande come ospite d’eccezione nella trasmissione Sportitalia mercato.
ANNO SABBATICO – «In questi giorni di silenzio sono stato con la famiglia, ho letto e ho visto tante partite. Ma soprattutto ho visto tante corse ciclistiche. Io vengo da una famiglia di ciclisti. Da quello è nata sta passione. Devo dire però che non mi è pesato molto stare fuori. Gli stadi vuoti mi mettevano una grande tristezza e non mi mettevano gran voglia di tornare».
SCUDETTO JUVE E NAPOLI- «Forse era dato troppo per scontato, sia all’esterno che all’interno. Non è stato nemmeno festeggiato. Ognuno è andato a cena per conto suo. Forse questo sarebbe il momento giusto per andare alla Juve, visto che sono arrivati quarti. Comunque può succedere quello che è successo dopo otto anni di scudetti. Per vincere bisogna fare bene e a volte non basta. Ritorno al Napoli? Non c’erano presupposti. Ho rifiutato anche altre offerte. Sì, c’è stata un approccio, ma non è stata una trattativa vera».
RONALDO – «La gestione di Ronaldo non è semplice, anche perché ci sono interessi dietro. A dire la verità, io mi ritengo più bravo a fare l’allenatore e non il gestore. Lo trovo noioso e mi diverto più in campo».
VALORI – «Il prodotto della nostra società, sento parlare tanto dei giocatori e poi delle squadre. Il valore della squadra non corrisponde mai alla somma dei singoli. È nettamente superiore o inferiore».
JORGINHO – «Parliamo di un giocatore raffinato e ovviamente non capibile da tutti. Lui è talmente intelligente e bravo tatticamente che rende tutto facile. Pallone d’oro? Se l’Italia dovesse vincere l’Europeo potrebbe essere tra i papabili. L’arrivo al Chelsea? Lui stava per firmare con il City, ma, grazie anche ai mediatori, siamo riusciti a portarlo a Londra. Dopo un periodo di adattamento, ha conquistato tutti. Se lo merita».
DYBALA – «Ha avuto tanti infortuni e non è stato mai al 100%. Con le sue capacità tecniche, il suo recupero può essere semplice. Futuro? La Juve o ci punta o deve cederlo».
EREDE – «Il mio erede? Dico De Zerbi. A me piace davvero tanto. Lui ha fatto bene ad andare allo Shakhtar. perché ha visibilità internazionale. Però sono rimasto stupito che nessuna grande squadra di Serie A ci abbia pensato».
DISCUSSIONI – «Non c’è stato alcun litigio con Nedved. Si è trattato di alcune discussioni. Non mi è piaciuto che la squadra ha staccato la spina dopo aver vinto il campionato. Dovevamo stare al massimo per poi arrivare al top alla sfida con il Lione. Questo è stato un errore e io l’ho detto».
MOURINHO – «Credo sia tutto un duello giornalistico. Conteranno le squadre, perché né io e né lui scendiamo in campo. Per me conta solo divertirsi. Se un allenatore si diverte, poi si divertono i giocatori. E alla fine si diverte anche il pubblico».
SINGOLI – «Lorenzo Insigne è il giocatore italiano più forte degli ultimi anni. Molto spesso non è capito e gli si dà addosso. Callejon è uno che da molto equilibrio e sotto quel punto di vista è fondamentale. Mertens attaccante? Un po’ di fortuna. A Firenze eravamo in 10, ho tolto Higuain e messo Mertens attaccante. Si è guadagnato due rigori e ha fatto bene in quei 15 minuti. Mi ricordo che, quando glielo dissi, lui chiese a me se poteva farlo: quell’anno fece 28 gol Giroud? Un grandissimo professionista. Kante? Un ragazzo mostruoso, che ha corsa e qualità. ».
ROMA – «Non ho mai parlato direttamente con i giallorossi, ma secondo i miei agenti eravamo comunque molto vicini. Fiorentina? Mi hanno cercato prima di Prandelli e poi per giugno sono andati su altri».
MODULO – «Per passare dal 3-5-2 al 4-3-3 bisogna cambiare qualche giocatore. Nella rosa della Lazio non ci sono esterni alti, quindi qualcosa dovrà fare. Io comunque non sono un integralista, perché ho fatto tanti moduli. L’unica cosa certa è che non farò mai la difesa a tre».
LAZZARI – «Non voglio parlare troppo di Lazio. Lazzari? Un giocatore che ha grande gamba e grande qualità. Si può tranquillamente adattare al 4-3-3».
PIRLO – «Non posso conoscere i motivi della scelta. Ciò che posso dire è che, con certe decisioni, si rischiano di bruciare certi giovani, che, con una maggiore esperienza, potrebbero fare davvero bene».
OBIETTIVI – «Più importanti gli allenatori di Roma che di Milano? Questo non lo so, si dice “sulla carta”. Bisogna andare in campo e dimostrare. Il nome e i successi del passato non sono garanzia di successi in futuro. Il mio obiettivo è avere una squadra che ha come scopo il duro lavoro settinanale per poi divertirsi la domenica. Quando l’ambiente trova questa reazione è più facile vincere per me. Quando dicono che vincendo male è più facile vincere sinceramente non lo capisco. Non so per quanto tempo ancora vorrò ancora allenare, ora ho bisogno di un’esperienza gratificante, non parlo di classifica e risultati, ma a livello professionale».
DIFESA – «Io faccio richieste che non so usuali e che magari possono esser difficili da comprendere per chi ha sempre pensato in maniera diversa. Infatti con me si sono sempre trovati meglio i giovani. L’unica eccezione è stato Albiol».
CHELSEA – «Ho commesso un grande errore, perché volevo tornare in Italia. Il Chelsea è una grande squadra e tra l’altro dopo hanno fatto grandi acquisti. Ho vissuto un’annata molto difficile dal punto di vista economico e societario. Però, ripeto, ho fatto un errore di valutazione».
NAZIONALE – «Siamo quelli che giocano il miglior calcio. Mancini è davvero stato molto bravo, anche nel fare nel prendere le scelte giuste».
LOTITO – «Per quel che ho visto, mi sembra diverso da De Laurentiis. Le esperienze è precampionato sono tutte belle e facili, quando ci sono le difficoltà si vedono le persone. L’augurio è che le mie sensazioni siano giuste».
STAFF – «Beoni l’ho visto l’altro giorno, quest’anno non sarà con me. ho dovuto ridimensionare il numero dei collaboratori, per il momento è a casa, ci rimarrà pochissimo viste le qualità. Un allenatore che ha fatto una carriera inferiore rispetto alla sua bravura».