Calciomercato Lazio 21/22, da Correa a Zaccagni: voti e pagellone finale
Connettiti con noi

Calciomercato

Il pagellone del mercato: rivoluzione attacco e solita difesa. Ma il colpo è in panchina

Avatar di Gianpiero Farina

Pubblicato

su

Calciomercato Lazio 21/22: il colpaccio Sarri, l’addio di Correa e l’arrivo di Zaccagni. Ecco il pagellone del mercato biancoceleste

Colpaccio Sarri,, cessione Correa, caos Kostic e Zaccagni last minute. Difficile trovare una sola parola chiave per questo calciomercato della Lazio. Perché, quest’anno, non vi è alcun dubbio che la vera novità è in panchina, con l’arrivo del tecnico ex Napoli, Juventus e Chelsea. Ma, a bocce ferme da ormai tante ore, è giusto dare un giudizio al mercato dei capitolini.

PANCHINA – Tutto è cominciato il 27 maggio, il giorno dell’addio di Simone Inzaghi. Il mister piacentino, dopo oltre 20 anni con l’aquila sul petto tra giocatore e allenatore, accetta le lusinghe dell’Inter. Un colpo di scena che in pochi si attendevano, ma che forse, mettendo a posto i tasselli, era un qualcosa di inevitabile. La Lazio a quel punto deve rimettere insieme i cocci e ripartire. Ma dal cilindro esce fuori il coniglio Maurizio Sarri. Una trattativa anche lampo,  che sembra quasi una risposta al neo allenatore nerazzurro e probabilmente anche ai rivali concittadini dopo l’annuncio di Mourinho. Un colpaccio a tutti gli effetti e sotto tutti i punti di vista: tecnico, tattico, d’immagine e comunicativo.  In casa Lazio inizia una nuova era.

PORTIERI – Ci sono cose che però si trascinano, anche se intorno tutto cambia. Può essere descritta così la situazione in casa portieri. Di base Sarri ritrova Reina, suo fedelissimo al Napoli. Non può comunque essere sottovalutata la questione Strakosha. Il portiere albanese andrà in scadenza nel 2022, ma il rinnovo appare cosa lontana. Quest’estate non sarebbero arrivate offerte convincenti e il rischio è che il 26enne vada via a zero, per di più dopo un anno da separato in casa. Tare lo considera un patrimonio della Lazio. D’altronde è stato lui a volerlo e a puntarci. Ma forse andava trovata una soluzione meno azzardata. E chissà che il tutto non possa esser risolto a bocce ferme.

DIFESA – Il reparto arretrato è il vero punto dolente del mercato, ma in generale della rosa biancoceleste. Con il passaggio alla difesa quattro urgeva l’arrivo di almeno un terzino. Il Comandante Sarri ha avuto il suo generale Hysaj, innesto di esperienza e quantità. Marusic, per cui va risolta la grana rinnovo, rappresenta una garanzia. La vera scommessa è però Lazzari, nuovo a quel ruolo. Tante quindi le voci di mercato (Inter in primis), ma alla fine l’ex Spal è rimasto e può essere l’arma in più, La pecca sono però i centrali. Acerbi, Luiz Felipe, Patric, Radu, fresco di rinnovo, e un Vavro ai margini del progetto. Basterebbe l’elenco per capire che un innesto avrebbe completato una batteria troppo a rischio per i guai fisici del brasiliano, già arrivati dopo solo due giornate. Basterà l’onnipresenza dell’ex Sassuolo, l’esperienza del rumeno e l’impegno dell’ex Barcellona, adattato al centro della difesa, a reggere la baracca? La speranza è l’ultima a morire, ma il rischio è che la coperta si riveli troppo corta.

CENTROCAMPO – Le partite sic vincono in mezzo al campo. E la Lazio di armi ne ha tante. Trattenere Luis Alberto e Milinkovic anche quest’anno non può essere roba da poco. Lo spagnolo ha avuto i suoi soliti mal di pancia, ma Sarri, fin da subito, l’ha definito un pilastro. E occhio a Basic. Il croato ha grande fisicità, ma anche doti tecniche e può dunque rappresentare un’alternativa di alto livello. Grande considerazione potrebbe avere anche Akpa Akpro. La certezza però risponde al nome di Lucas Leiva, vero equilibratore. Un suo vice avrebbe garantito una maggiore sicurezza, concedendogli un po’ di respiro. A Cataldi ed Escalante, rimasto nonostante tante voci, il compito però di non far pesare sta mancanza.

ATTACCO – Com’era inevitabile, con il passaggio al 4-3-3, il reparto offensivo è stato al centro di una vera rivoluzione, Due sono stati gli addii: Correa e Caicedo La cessione del primo è apparsa inevitabile, per il desiderio di nuove esperienze, tinte di nerazzurro, dell’argentino. L’arrivo di Pedro e il colpo last minute Zaccagni non faranno rimpiangere l’ex Siviglia. Lo spagnolo garantirà esperienza e personalità, mentre il 26enne ha quella duttilità, quella fame e quella qualità per diventare un vero e proprio jolly. Discorso a parte invece per Felipe Andersom: se il  brasiliano dovesse esser maturato dal punto di vista caratteriale, potrebbe essere la mina vagante. E occhio anche al 16enne Romero, di cui si dice un gran bene.

Capitolo punta centrale: inutile soffermarsi sulla certezza Immobile, Il vero argomento è stato l’addio di Caicedo. Un qualcosa di inevitabile per questioni contrattuali e forse arrivato con un anno di ritardo, ma che lascia il solo Muriqi alle spalle di Ciro. Un rischio dettato da strategie di mercato, ma che concede al kosovaro una seconda possibilità.

VOTO 7 – Il giudizio finale non può non essere positivo. La Lazio è stata brava a ingegnarsi, a cogliere le opportunità, a colmare le difficoltà economiche con le idee e con le strategie (leggasi colpi Pedro e Anderson). Una macchia: la gestione dell’affare Kostic, trasformatosi in un vero caos comunicativo. Una speranza: la coperta corta in difesa potrebbe pesare con gli impegni ravvicinati, ma a Sarri, il vero colpo di genio di quest’estate, andrà il compito di far funzionare il suo giocattolo anche nei momenti di difficoltà.

Copyright 2024 © riproduzione riservata Lazio News 24 - Registro Stampa Tribunale di Torino n. 46 del 07/09/2021 Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26692 - PI 11028660014 Editore e proprietario: Sport Review s.r.l. Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso a S.S. Lazio S.p.A. Il marchio Lazio è di esclusiva proprietà di S.S. Lazio S.p.A.