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Scudetto 1915, l’avv. Mignogna: «Ecco cosa spero per il 2022»
Gian Luca Mignogna, avvocato promotore dell’assegnazione dello scudetto del 1915, spera di arrivare ad una soluzione nel 2022
Gian Luca Mignogna, intervenuto a TMW Radio, ha rilasciato queste dichiarazioni in merito all’assegnazione dello scudetto del 1915:
«Ormai possiamo dire di aver ampiamente provato tre cose fondamentali: lo Scudetto 1915 non è mai stato ufficialmente assegnato perché non c’è mai stata alcuna delibera formale della FIGC e probabilmente non poteva neanche tecnicamente esserci, non essendo mai stata disputata la finale prevista dal regolamento. La FIGC stessa nel 2015 mi ha confermato con una PEC che questa delibera non esiste. Abbiamo poi scoperto tramite il quotidiano l’Italia Sportiva, allora organo ufficiale della Federazione, che la Lazio fu ufficialmente Campione dell’Italia Centro-Meridionale, mentre l’Internazionale Napoli fu dichiarata solo Campione Regionale della Campania avendo disputato una sola gara regolare in tutta la stagione. Il Genoa fu dichiarato ex-post Campione dell’Italia Settentrionale ma abbiamo scoperto un’ulteriore cosa: le fonti ci dicono che all’epoca il termine settentrionale ed italiano erano equipollenti, sicché il titolo di Campione Italiano era da differenziarsi dal titolo ufficiale di Campione d’Italia. Solo quest’ultimo era il titolo assoluto assegnato proprio tramite la finalissima nazionale che, appunto, in quella stagione non si è mai disputata per le note cause belliche».
«Dirlo oggi sembra un assurdo perché per tutti campione italiano e campione d’Italia rappresentano evidentemente la stessa cosa, ma allora non era così, probabilmente per ragioni semantiche e culturali post-unitarie. Attraverso le fonti recuperate tutto è stato chiarito e ora mi aspetterei che il 2022 sia l’anno degli ex-aequo: uso il plurale non a caso perché sarei felice se oltre all’ex-aequo tra Lazio e Genoa per il 1914-15 ci fosse una decisione anche sui campionati 1924-25 e 1926-27, inseriti dalla FIGC nel procedimento generale attualmente in essere. Sancendo l’ex-aequo anche tra Bologna e Genoa nel primo caso e fra Torino e Bologna nel secondo, si arriverebbe a pacificare una volta per tutte il calcio italiano e assegnare equitativamente questi tre titoli sportivi».
«Non posso parlare per la Fondazione Genoa, ma credo che anche loro siano favorevoli ai tre ex-aequo, così come del resto lo sarebbe qualsiasi Comitato storico/legale. Quella fu un’epoca molto particolare, in cui il calcio era ancora a livelli pionieristici. Anche ai più alti livelli istituzionali, con terremoti che sconquassavano letteralmente la FIGC: la scissione all’inizio degli anni ’20 e la riforma della Carta di Viareggio del 1926 ne sono un esempio. Spesso le regole non venivano rispettate o venivano piegate all’esigenza di certe squadre o situazioni. La Lazio merita senz’altro lo Scudetto 1915, o meglio il titolo di Campione d’Italia 1915, perché per la prima volta avrebbe affrontato la finalissima nazionale senza doversi fermare tre mesi per attendere la primatista settentrionale, come in effetti era accaduto nei due campionati precedenti. Poi ci fu la sospensione bellica e tutto questo non accadde. Il Genoa partiva sicuramente favorito, ma nel calcio non c’è mai nulla di scontanto. Potevano capitare espulsioni o infortuni o chissà cos’altro, e a quel tempo non c’erano sostituzioni. Ecco perché auspico l’applicazione della Norma 70 della Carta Olimpica sul pari merito. In questo modo si farebbe finalmente giustizia»
«In occasione del centenario della Grande Guerra mi venne in mente di lanciare l’idea della rivendicazione attraverso le colonne del Nuovo Corriere Laziale, storico giornale regionale. Da lì è partita l’idea della petizione che oramai ha raggiunto quasi 40.000 firme, perché mi sembrava importante dotare di una base popolare questa istanza. Non essendo rappresentante né della Lazio Calcio né della Polisportiva, ritenevo importante bussare alle porte della FIGC con una base popolare alle mie spalle. Il presidente Tavecchio istituì una Commissione di Saggi chiedendomi prove in più rispetto quelle che già si conoscevano. Io le portai in Federazione, poi uscì il parere favorevole che avallò totalmente la tesi dell’ex-aequo. Nel frattempo si sono succeduti eventi straordinari come commissariamenti, elezioni e infine la pandemia. Il presidente Gravina ha istituito una nuova commissione per analizzare anche gli altri campionati che citavo poc’anzi e credo ormai potremmo essere agli sgoccioli, ritengo che decidere sarebbe una prova di grande autorevolezza. Il presidente Tavecchio prima e il presidente Gravina poi, finalmente, hanno avuto il coraggio di guardare le carte e accorgersi delle anomalie. Ora manca l’ultimo passo per rendere giustizia a giovani campioni laziali che in quegli anni hanno abbandonato i campi di calcio per andare su quelli di battaglia. Come ho già detto, spero che il 2022 sia l’anno dei tre ex-aequo» .