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Lucescu: «Il pallone può e deve rotolare anche quando esplodono le bombe»
Mircea Lucescu, allenatore della Dinamo Kiev, ha parlato ai microfoni de Il Corriere dello Sport riguardo alla situazione in Ucraina
Mircea Lucescu, allenatore della Dinamo Kiev, ha parlato ai microfoni de Il Corriere dello Sport riguardo alla situazione in Ucraina. Le sue dichiarazioni:
«Nella mia carriera mi è successo di tutto, ma di un’esperienza simile ne avrei fatto a meno perché è la più terribile»
CALCIO E GUERRA – «Il pallone può e deve rotolare anche quando esplodono le bombe. Vogliamo giocare soprattutto per gli ucraini che sono in patria. Lì non hanno più niente. C’è gente che sta vivendo situazioni drammatiche e il calcio può essere un collegamento tra l’inferno che c’è e il ritorno alla normalità. Il calcio deve portare in giro un messaggio forte di un popolo che non si piega. Ricordate il Covid? Anche lì quando il calcio riprese, nonostante fosse a porte chiuse si intravedeva uno spiraglio positivo per il ritorno alla normalità. Lo stesso vogliamo fare noi e lo Shaktar. Ci alleniamo e speriamo di giocare amichevoli importanti. L’Europa per aiutarci può organizzare amichevoli contro di noi. Al momento ne abbiamo in ballo diverse dal Legia Varsavia fino al Sion, passando per Steaua Bucarest e Dinamo Zagabria. Ci aspettiamo anche l’aiuto delle grandi squadre. Organizzare queste partite dovrà servire anche per avere incassi e aiuti per la popolazione ucraina. In questo finale di campionato difficile organizzare con i Top Club, ma il Milan ci ha promesso che giocherà e spero anche la Roma. Anche Psg, Barcellona e City mi hanno dato disponibilità ad ospitarci per una partita».
MONDIALI – «Tra qualche settimana i giocatori di Dinamo e Shaktar inizieranno ad allenarsi insieme. Il diritto di giocare il Mondiale l’Ucraina vuole guadagnarselo sul campo non attraverso un invito dalla FIFA. Conosco tutti questi ragazzi e daranno tutto per dare una gioia ai loro connazionali»
GUERRA – «Mai e poi mai nel 2022 avrei immaginato una situazione simile. Temo che sarà lunga e difficile. Per questo chiedo agli stati Europei di non lasciare sola l’Ucraina».