Lotito show: "I romanisti si vedono solo quando vincono. Troppe critiche agli arbitri" - Lazio News 24
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2013

Lotito show: “I romanisti si vedono solo quando vincono. Troppe critiche agli arbitri”

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E’ un autentico spettacolo Claudio Lotito, ospite negli studi di RaiSport nel “Processo del Lunedì”. Si parte subito con una domanda secca, un titolo sull’ultima giornata: “la rinascita del cammino della Lazio”, risponde il patron. Poi alcuni tifosi in video-chat parlano di Olympia: “Non l’avete vista? Se la Rai la censura non è colpa nostra, mi pare che ieri sera abbia volato”. Varriale ribatte subito: “Non è colpa nostra ma delle Pay-tv”. E’ il momento addirittura di un sonetto sulla Roma contro la Lazio, Lotito non ci sta e con un bel sorriso risponde: “Non ci chiamiamo Roma perchè il Lazio è leggermente più grande. Anzi, vorrei sapere perchè escono fuori solo quando vincono”. E’ un autentico show il presidente, tra frecciatine e le consuete frasi di latino ecco l’attacco ai media sull’argomento-arbitri: “Fare trasmissioni dopo certi episodi è controproducente, si valuta a posteriori, si va in generale a creare dubbi inutili. Non credo sia positivo destabilizzare la credibilità del sistema e dell’ambiente, che sono nocive. Sono preoccupato solo per chi è preposto a giudicare la gara”. E’ il turno di Sabatini, DS della Roma, che tra le altre domande, parla anche del 26 maggio: “E’ stato un episodio mortifero, c’è un grande impegno verso i nostri tifosi e siamo felici di vederli così. La Lazio? La rispettiamo, è la nostra storica rivale e la seconda squadra della capitale”. Ma Lotito, ovviamente, ribatte ancora: “Seconda per la classifica non per la storia”. Lo stesso DS giallorosso parla proprio del presidente che ha avuto alla Lazio anni fa: “Le cosa difficili le sa fare, sbaglia quelle facili. È una sua caratteristica e gliel’ho detto più volte”.

Il presidente lotito ha parlato anche del problema del razzismo che in questi ultimi mesi ha portato alla chiusura di molti impianti sportivi: “Io non sono d’accordo né con Blatter né con Platini. Sono 10 anni che cerco di combattere il problema razzismo, non voglio pagare le colpe di una sparuta minoranza. La Curva Nord è composta da 10 mila persone, non possono pagare tutti per delle colpe di un centinaio di pseudo tifosi. L’anno scorso ci hanno chiuso indebitamente lo stadio, mentre io avevo proposto di chiudere solo il settore che si rendeva protagonista di queste discriminazioni. Dobbiamo settorializzare ulteriormente gli spalti, è l’unica soluzione. Nella partita contro il Legia Varsavia, dopo tutti i problemi creati dai tifosi polacchi, a pagare è stata la Lazio. Non si possono criminalizzare le società, il vero problema è sociale. Prima c’era la scuola, la figura dell’insegnante elementare che, insieme alla famiglia educava i giovani. Adesso non c’è più niente”.

Non può mancare il capitolo mercato, si parte subito con Yilmaz: “Quando l’agente mi chiese, dopo aver trovato l’accordo, 2 milioni io ho mollato perché era un’estorsione. L’agente del calciatore deve sostenere il calciatore, invece negli ultimi 15 anni tanti procuratori sono diventati imprenditori, tanto è vero che per alcuni giocatori, soprattutto in Sud America, esistono i fondi che violano i diritti dell’uomo. Troppo spesso il calciatore è vittima del procuratore. Il problema è che talvolta i giocatori rispettano più il procuratore che i familiari perché è quello che gli ha dato la possibilità di essere calciatore”.

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