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2013

Lazio-Apollon – Promosso e bocciato

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Serviva una vittoria per dare l’accelerata decisiva alla qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Serviva una vittoria per dare aria ad un ambiente sempre più depresso per gli scarsi risultati di inizio stagione. E’ finito 2 a 1 per la Lazio il match contro l’Apollon Limassol, in un Olimpico semi-deserto per la squalifica della Nord: doppio vantaggio laziale con Floccari a cui ha fatto seguito il tentato suicidio della compagine di Petkovic che ha regalato a Papoulis e compagni la possibilità di riaprire il match. Vediamo il promosso ed il bocciato di Lazio-Apollon.

Bocciato – Girovago ed impalpabile. Vaga per il campo cercando l’ispirazione giusta per incidere sulla partita, ma ottiene solo l’insufficienza in pagella. Petkovic gli dà nuovamente fiducia, ora che gli infortuni fisici sono alle spalle, ma le prestazioni non sono all’altezza delle sue qualità e di quanto potrebbe effettivamente dare alla squadra. Forse è problema di modulo, forse risente più di altri del particolare momento negativo laziale. Lui però è uno dei giocatori più esperti ed è lecito attendersi di più. Dovrebbe prendere per mano la squadra, inventando le giocate necessarie a scardinare le difese avversarie, invece finisce che un ragazzino del 95’ sia più incisivo di lui. S.O.S. Ederson, se ci sei fai un goal!

Promosso – “Quant’è bella giovinezza” scriverebbe il Magnifico. Stasera Keita ha dato modo, ancora una volta, di farsi notare e far vedere quanto di buono c’è nei suoi piedi. Ispira letteralmente il primo goal di Floccari, ubriacando di finte Stylianou, prima di mettere il rasoterra al centro dell’area di rigore. Mentre nel secondo, recapita sul testone dello stesso attaccante calabrese, direttamente dalla bandierina, un pallone che chiedeva solo di essere spinto in rete. Certo, i goal utili ai tre punti, alla fine, sono stati di Floccari, ma ci sentiamo di dover dare una attenzione particolare al giovane attaccante cresciuto nella cantera del Barça. Chi di speranza vive, disperato muore. Ma un po’ di speranza a questa Lazio non fa male per nulla.

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