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Kozak: «Lazio la mia famiglia, ma in Italia fui preso di mira dagli arbitri»
Kozak: «Lazio la mia famiglia, ma in Italia fui preso di mira dagli arbitri». Le dichiarazioni dell’ataccante ceco
Libor Kozak, ex attaccante della Lazio, è stato intervistato da Radiosei.
LAZIO – Sono venuto alla Lazio dalla seconda divisione ceca, il salto fu grande. Ero un ragazzo con tanta voglia, vivevo giorno per giorno e poi piano piano sono salito in prima squadra dalla Primavera. Sono cresciuto come uomo e come calciatore. E’ difficile trovare un solo momento alla Lazio. Era uno spogliatoio bello e unito e quando sono tornato da Brescia ho cominciato a prendere minuti. Ricordo il gol vincente con la Fiorentina, quello fu un punto di svolta che mi ha dato tanta fiducia. Legai con tutti, il gruppo era solido. Era come stare in famiglia. Miro Klose era da studiare, tutte le cose che faceva in campo e fuori erano da professionista esemplare. Ledesma e altri, insomma, è difficile fare solo un nome.
26 MAGGIO – Il 26 maggio era una partita tutta da vivere. Prima della partita c’era una tensione incredibile, ho visto quasi tutti i compagni nervosi. La gara er troppo importante. Ripensandoci, mi ha fatto tanto piacere rivedere i compagni il mese scorso contro la Cremonese. Il ritiro fu la scelta giusta, la pressione era troppo alta.
PRESO DI MIRA DAGLI ARBITRI – Il fatto che mi fischiavano fallo molto spesso mi ha spinto ulteriormente verso la Premier, all’epoca. Fu un fattore limitante per me, per il mio gioco. Gli arbitri mi presero di mira e questo non è il massimo per concentrarsi, ti condiziona. Il mio gioco mi porta ad usare il corpo.
SARRI – Seguo ancora la Lazio perché a Roma ho lasciato il cuore. Sono contento di quanto è stato fatto nell’ultimo campionato e della Champions. Sarri è un grande allenatore, si vede il suo gioco e la sua identità. Quando i ragazzi fanno quello che vuole la squadra gira perfettamente. Credo che si possa andare avanti in Champions e io sicuramente la seguirò.