2013
Dai campi di calcio ai campi di guerra: la pazzesca storia di Burak Karan
Diventare un calciatore è uno dei sogni che ogni bambino coltiva nel proprio cuore. Pochi però hanno la fortuna di realizzarlo. Nessuno, invece, smetterebbe di essere un calciatore per andare a fare la guerra. Ma le teorie sono fatte per essere smentite, esempio ne è la storia di Burak Karan, che nel giro di poco tempo, è passato dai campi di gioco ai campi di guerra.
Burak Karan era un giovane promettente delle nazionali tedesche, compagno di squadra di gente come Sami Khedira e Kevin Prince Boateng. Ma Burak, di origini turche e religione musulmana, da qualche anno non riusciva più a sopportare le ingiustizie che subiva il suo popolo: “I soldi e la carriera non erano più cose importanti per lui – racconta il fratello a Bild – Passava il tempo a seguire le notizie della guerra, lo angosciavano costantemente”. Non era un campione è vero, ma il suo ultimo tecnico conferma che avrebbe potuto tranquillamente guadagnarsi da vivere attraverso il calcio. Ma Burak aveva altro per la testa.
Così fa il gran passo: prima si avvicina ai moviementi jhadisti, poi prende moglie e figli piccoli, e si trasferisce in Turchia. Ma a lui non basta, ed entra nella zona di guerra, per combattere in prima linea le ingiustizie del suo popolo. L’11 ottobre scorso, Burak però è stato anche lui, come tanti altri, vittima della guerra e dei bombardamenti che ogni giorno affliggono la Siria. Con molta probabilità era lì a combattere con le armi, con i suoi fratelli. Tuttavia la famiglia, dà una versione diversa: secondo loro sarebbe andato in Turchia per portare delle medicine, una sorta di missione umanitaria. L’unica cosa certa è che un giovane ragazzo ha preferito il campo di guerra al campo che tutti sognano fin da bambini, in nome di valori che, condivisi o non condivisi, appaiono sempre più rari.