Petkovic si racconta: "La Lazio è l'avventura più importante della mia carriera" - Lazio News 24
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2013

Petkovic si racconta: “La Lazio è l’avventura più importante della mia carriera”

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 In questi primi mesi della sua seconda stagione a Roma, ha vissuto giorni difficili, e c’è addirittura chi ne ha ipotizzato l’addio, ma lui ha resistito stoicamente alla bufera ed è ancora saldo al suo posto: parliamo di Vladimir Petkovic, tecnico bosniaco della Lazio, che in questi giorni di sosta si è recato nella ‘sua’ Locarno per passare un po’ di tempo con la famiglia, e ha rilasciato una lunga intervista televisiva all’emittente televisiva elvetica RSI, nel corso della trasmissione ‘Sport no stop’. Tanti i temi toccati, tra i quali non poteva mancare naturalmente la Lazio: “Non ci sono dubbi sul fatto che sia l’avventura più importante della mia carriera. Sono arrivato a Roma due anni fa, e l’ho fatto in punta di piedi, nessuno mi conosceva, i giornalisti dicevano che sarei durato al massimo qualche settimana. Ma con il mio lavoro sono riuscito a far ricredere tutti, ho cambiato le aspettative iniziali”.

FATTORE UMANO – Giunto in un campionato diverso, per alcuni ‘il più difficile al mondo’, in una città piena di pretese, Petkovic non si è lasciato schiacciare dalla pressione, anzi ha provato a trasmettere qualcosa all’ambiente che lo circonda soprattutto dal punto di vista umano: “Per me in questa esperienza non contano solo i risultati. Credo che con il passare del tempo la gente si ricordi soprattutto la persona. Sono soddisfatto di aver attirato l’interesse su di me grazie alla mia semplicità. Questo è un aspetto che senza dubbio dura molto più a lungo nel tempo rispetto a una vittoria qualsiasi”.

IL LAVORO DEI SOGNI – Vlado ha iniziato la sua carriera da allenatore proprio in Svizzera, paese che lo ha adottato calcisticamente prima come calciatore e poi in veste di tecnico. Dopo Bellinzona, Lugano e Young Boys, è stata la volta della Turchia, sulla panchina del Samsunspor (esperienza poco fortunata), poi è ritornato in Svizzera dove ha salvato il Sion dato per spacciato da tutti e nel 2012 è finalmente approdato in Italia. “Allenare è la mia passione, il mio lavoro, per me fare l’allenatore è sempre stato un sogno. Roma è una città enorme e piccolissima al tempo stesso. La gente si emoziona facilmente, ci sono mille voci, tante storie strane, dicerie che si rincorrono, a volte vere, a volte false. Si vive di calcio 24 ore su 24. Esistono radio che parlano esclusivamente di Lazio e Roma, giornali e siti che tante volte volte scrivono cose non vere. Prendete l’esempio delle mie dimissioni… una vicenda assurda. Io sono un combattente, non mollo facilmente, l’ho sempre dimostrato in questi anni”.

SENAD E LA COPPA – La scorsa stagione si è chiusa con un epilogo inaspettato, probabilmente per lo stesso, Petkovic, che alla prima stagione ha vinto una storica Coppa Italia contro la Roma in finale. Decisivo in quell’occasione è stato il suo protégé Senad Lulic, che lo stesso Vlado definisce un suo ‘fedelissimo’: “Con lui c’è un rapporto speciale che dura da tanti anni, sin dai tempi del Bellinzona. Con me in panchina ha sempre segnato gol pesanti e decisivi, fino a quello nel derby del 26 maggio, il più importante di tutti”.

IL RAPPORTO CON LOTITO – Petkovic ha parlato anche del suo rapporto con il presidente Claudio Lotito, un patron particolare: “Quando fui contattato dalla Lazio sapevo che se avessi accettato avrei dovuto vincere senza poter contare su un’eccessiva disponibilità economica. Lotito è un personaggio con un carattere forte. Ha una sfida che è quella di risollevare il calcio italiano, ci sta provando portando avanti le proprie idee con tutte le forze psico-fisiche di cui è in possesso”.

IL FUTURO – Qualche tempo fa è cominciata a circolare la voce che vorrebbe Petkovic, come successore di Hitzfeld sulla panchina della Svizzera (l’attuale CT lascerà dopo il Mondiale). La Nazionale lo segue e lui gonfia il petto: “E’ una cosa che mi riempie d’orgoglio, vuol dire che nel corso della mia carriera ho trasmesso qualcosa di positivo. Essere accostato alla panchina della Svizzera mi lusinga”. Poi un ultimo pensiero rivolto alla Lazio e alla sua stagione, cominciata con qualche singhiozzo di troppo: “Ci risolleveremo. Stiamo lavorando bene, presto arriveranno anche i risultati”.

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