Hanno Detto
Lazio Women, Palombi: «La promozione è stata una grande EMOZIONE, sul rapporto con mio fratello Simone vi dico questo»
Lazio Women, la calciatrice biancoceleste rilascia una bella intervista parlando della promozione della Lazio e non solo
Intervistata da Donne sui Tacchetti, la calciatrice della Lazio Women ovvero Palombi ha parlato di diverse tematiche tra cui la promozione, il rapporto col fratello Simone e non solo
PAROLE – Un’emozione è bellissima, nonostante mi sia già capitato di vincere campionati. L’emozione non finisce mai, questa è una delle più grandi. Ci avviciniamo al calcio professionistico e la sentiamo particolarmente. È stato un anno fantastico con un gruppo da invidiare. È stato tosto perché ci sono state squadre che ci hanno dato filo da torcere fino alla fine, prima fra tutte la Ternana a cui faccio un in bocca al lupo. Noi quest’anno abbiamo incontrato tante difficoltà e credo che la nostra unione ci abbia aiutato a risolverle
Credo di non avere mai avuto bambole in casa. Ho avuto l’esempio di mio papà e sono nata insieme a mio fratello con cui ho un anno di differenza, vengo da una famiglia di cugini maschi che mi ha permesso di intraprendere questo percorso. Dalle partitelle sotto casa. Li ho capito che avrei voluto fare questo da grande. Consigli di mio fratello? Abbiamo fatto una carriera simile, ha avuto la fortuna di esordire in A con le giovanili. Partendo dai giovanissimi, è ancora il miglior marcatore nella storia della Lazio. Si è tolto grandi soddisfazioni. Ci diamo consigli, siamo simili come giocatori. Cerchiamo di capire gli errori e ci consigliamo su come migliorare. È una grande fortuna per me avere lui e viceversa. Spesso si litiga e noi abbiamo avuto i nostri momenti, ma sin da piccoli questa cosa ci ha unito. Purtroppo lo vivo poco perché è sempre in giro per l’Italia, ma la voglia di viversi aiuta. Sarà per la vita futura una grande fortuna averlo accanto
Quando parlo di Lazio faccio sempre un po’ fatica, per me è davvero una cosa che ce l’hai dentro e non riesci a spiegarla. Credo di aver capito il vero sentimento, pochi giorni fa scrissi ‘di Lazio ci si ammala inguaribilmente’ ma perché è talmente forte l’emozione che provi nel giocare nella squadra per cui tifi che penso sia l’emozione più grande della tua carriera. Se penso a come tutto è partito, io piccolina e papà allo stadio insieme in mezzo a quella gente che ora ci batte le mani. È una cosa che auguro a tutti, non si spiega. Quando raggiungi questo, penso sia il massimo che puoi raggiungere nella carriera
L’Olimpico? L’ho sognato tante volte. È stato uno dei miei sogno irrealizzabili, realizzato. Un’emozione simile l’ho provata all’esordio di mio fratello in Serie A con la Lazio, vederlo lì al centro di una squadra e di un progetto che è la stessa per cui tifi. Un senso di orgoglio e di stima nei suoi confronti. Quando sono entrata in campo non nego che qualche lacrima sia scesa. La cosa più bella è stata vedere passato, presente e futuro. Il passato perché la Lazio ha una storia gloriosa e inimitabile, presente con la squadra attuale e tanti giovani che aspirano a indossare quella maglia e noi il mondo femminile. Ringrazio il presidente per questo. Credo queste occasioni vengono date se si meritano, ma soprattutto perché è un movimento in crescita. Noi e loro eravamo una cosa sola
Se c’è ancora qualche sogno da realizzare? Tanti, giocare in A sarebbe il massimo. Purtroppo con la Lazio non mi è ancora capitato. Inizio a avere anche un’età, un percorso difficile con la rottura del crociato che mi ha impedito di essere in Nazionale U17 allora. La Nazionale è un sogno. Sto progettando tante cose con la mia famiglia. Parecchi sogni che voglio realizzare, ci sto lavorando
“Ho pianto tanto per la gioia. Da quando abbiamo vinto a Ravenna non ho smesso mai di piangere e festeggiare. La fatica è stata tanta, il mister mi ha insegnato tantissimo e è il migliore che abbia mai avuto. Non è stato semplice, quello che lui ha costruito e che abbiamo costruito insieme dal ritiro si è visto”.
Competitività interna? Assolutamente. Questa Lazio aveva tre squadre, credo che anche le ragazze che sono andate in tribuna potevano giocare ovunque in questo campionato. Ogni domenica è stato difficile per il mister scegliere, la nostra forza è stata questa. Avevamo doppioni in ogni ruolo, chiunque giocava dava il massimo. Questo per un mister è una grande fortuna, quando c’è competizione un mister si sente appagato e si lavora anche meglio
Io ho sempre avuto la Panico come idolo, non solo perché sia laziale. Io la vedeva giocare e ho avuto la fortuna di giocarci contro e mi ispiravo a lei per le caratteristiche di attaccante. A oggi essere arrivati a questo, dove le bimbe hanno l’imbarazzo della scelta su chi sia loro fonte d’ispirazione è una grande fortuna e spero per loro che la possano cogliere
Cosa mi ha lasciato la Morace? Era una persona particolare, viveva le partite con una carica agonistica che non ho mai visto neanche negli uomini. Dava consigli e era preparatissima a livello di tecnica e tattica. Mi ha lasciato il saper cosa fare in campo e a non mollare finché l’arbitro non fischia. La ringrazio per questo