Goldoni Lazio Women: «Grassadonia è come un padre per me!»
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Goldoni Lazio Women: «Grassadonia è come un padre per me! Siamo partite molto bene, ecco come è stato l’impatto con la A»

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Le parole di Eleonora Goldoni, attaccante della Lazio Women, dopo il suo gol contro la Juve e sull’avvio di stagione della squadra

Eleonora Goldoni ha parlato ai microfoni di LSC: di seguito le parole dell’attaccante della Lazio Women.

INIZIO STAGIONE – «La partenza è stata sicuramente forte, abbiamo già incontrato due delle tre squadre più blasonate, cioè la Roma e la Juve. A parer mio, di tutta la squadra e il club, teniamo in saccoccia solo due punti ma meritavamo decisamente di più per il calcio espresso. Le prestazioni fatte, nonostante il risultato finale, i gol nel finale e i punti non portati a casa, hanno creato forte sicurezza e consapevolezza di essere una grande squadra e di poter fare un bellissimo campionato».

GOL ALLA JUVE – «Beh diciamolo: il merito è del grandissimo assist di Louise (Eriksen) perché i gol non arriverebbero mai se ci fosse una costruzione di gioco, con le compagne di squadra. Come mi trovo nel 3-5-2? Bene. Il bello è che ogni giorno abbiamo la possibilità di imparare tantissimo e ci portiamo questo con noi».

PAROLE GRASSADONIA DOPO LA JUVE – «Sono verissime, sicuramente è una sconfitta che fa tanto male quando avviene in queste modalità perché abbiamo giocato bene e abbiamo tenuto testa ad una grandissima squadra. Meritavamo il pareggio o forse anche la vittoria. Quello che il mister ci ha detto e i siamo dette lo teniamo per noi nello spogliatoio. Ma quello che si sta creando è un grande gruppo di persone unite che vogliono il bene l’una dell’altra. Per questo ci diciamo sempre che non ci sono titolari: nessuna è più importante dell’altra. E’ il bello di farsi trovare pronte nel momento opportuno».

SQUADRA COSTRUITA BENE – «Si, penso che possiamo fare molto bene. I margini di crescita sono esponenziali. Quindi speriamo che il frutto del lavoro svolto ripaghi anche i punti in classifica. Milan? Sarà un match difficile. Stiamo analizzando la compagine di Milano e sono una squadra veramente molto organizzata. Hanno un solo punto in classifica, ma la loro qualità è molto alta e noi ci stiamo preparando al meglio».

IMPATTO CON LA SERIE A – «L’impatto di quest’anno è più che positivo. Questo è un gruppo che ha voglia di lavorare, faticare, di fare sacrifici e di soffrire, anche in silenzio, per poi incamerare la marcia. E’ un gruppo che ci sta benissimo in questo campionato. La Serie A femminile italiana sta crescendo tantissimo di anno in anno, a livello di intensità, organizzazione e qualità. Ognuna di noi è qui perché ha voglia di fare bene e ne abbiamo le possibilità».

IMPORTANZA DEL SETTORE GIOVANILE – «E’ assolutamente si, metti dei mattoni buoni per creare una base solida e poi l’edificio diventa importante. Questo è ciò che si sta facendo nel calcio femminile italiano, cioè partire dal settore giovanile e dalle squadre delle più piccoline, con un buon seguito di organizzazione, cura del dettaglio per poi arrivare ad avere delle prime squadre di livello europeo».

COME SI TROVA A ROMA – «Mi piace tantissimo, è emozionante il calore dei tifosi, la presenza delle bambine che non saltano una partita e che ci aspettano nel post gara. Si fanno sentire, ci tengono ed è bello sapere che sei comunque una figura importante per loro, vedono una sorta d’ispirazione, vogliono diventare un pochino come noi. Quindi hai una grande responsabilità».

LBRO – «Quando Mondadori mi ha chiesto di scrivere un libro sulla mia vita, io inizialmente dissi ‘Ma no, ma perché dovrei? Cosa ho fatto io?’ (ride, ndr). Invece poi, riflettendoci un pochino, specialmente con il mio papà, che, oltre ad essere un papà, è il mio migliore amico, abbiamo pensato che magari la mia storia, le mie esperienze positive e negative avrebbero potuto toccare anche solo una bambina, un bambino o una persona. Quindi lì ho deciso di scrivere questo libro. Parla veramente della mia vita a 360° su tantissimi aspetti. Parlo della mia passione per il calcio, di quello che il calcio ha portato nella mia vita, della mia famiglia, della mia fede, che è un’arma molto potente. Il tutto fino al 2020, poi chissà se arriverà un altro libro perché, negli ultimi anni, sono successe tantissime cose e vorrei trascriverle nero su bianco».

PROGETTO EXTRA CALCITISCO – «Si, questo progetto è nato durante il Covid. Io, essendo nutrizionista, creo piani alimentari e ho deciso di ampliare le mie competenze, facendo in modo che anche altre persone potessero usufruirne. Così ho iniziato questo progetto che si chiama ‘Project EG 25’, avendo cambiato numero di maglia. Mi è capitato di seguire tante amiche e compagne di squadre e di riuscire ad aiutare e comprendere ragazzi che vivessero problemi alimentari. Essendoci passata per prima, so cosa significa, so cosa si prova e questo è il bello di avere un trascorso di certo tipo, in modo da utilizzare il proprio passato a beneficio degli altri».

FEDE E VOLONTARIATO – «La mia fede è tutto, è la base della mia vita, mi dà tanta forza e speranza e voglia di non fare le cose per me ma condividerle ed esserci per gli altri. Daa qui vengono le varie iniziative di volontariato, l’ultima è l’associazione ‘WeFootball Accademy’, di cui sono socia ambasciatrice dove, grazie al calcio, si salvano tantissimi bambini africani. Per ora abbiamo costruito alcune Academy in Africa, ma il progetto è in via di espansione».

LO SPORT AIUTA A CRESCERE – «Sono binari di vita che si sovrappongono in maniera molto facile e consapevole perché il calcio è una scuola di vita e tutti i valori che ti troviamo nella vita li possiamo portare sul campo e viceversa».

SPORT PER I GIOVANI – «È fondamentale perché è una linfa che da energia e forgia il carattere. Se c’è una cosa che ho imparato è che si fallisce solo quando si smette di tentare. Bisogna perseverare nell’impegno e nel riprovarci, magari cambiando strade ma non bisogna mai mollare».

RAPPORTO CON GRASSADONIA – «A livello personale, stimo tanto il mister e gli voglio bene come se fosse un papà adottivo perché in me ha saputo guardare oltre, valutare la persona e la calciatrice che sono, senza badare a tutto ciò che può essere l’esterno. Questo lo apprezzo tantissimo. E’ un uomo di cuore perché una persona molto trasparente, a costo di scontrarsi ma poi ci si riabbraccia ancora più forte: questo crea lealtà e rispetto».

SCARAMANZIA – «No, tendo fare cose a caso e diverse (ride, ndr). Mi affido molto a Dio, la mia preghiera prima di entrare in campo è che venga fatto di me ciò che vuole, cioè che io possa glorificarlo tramite i talenti che lui mi ha dato. C’è sempre un insegnamento dietro ogni prestazione, vittoria o sconfitta. La musica? Mi piace molto quella spagnola e africana però, nei momenti di relax, cantautori italiani in chill vanno benissimo».

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