Caputi: «L'inizio di stagione della Lazio è una vittoria non solo di Baroni ma anche del presidente Lotito, su Rovella...» - ESCLUSIVA
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Caputi: «L’inizio di stagione della Lazio è una vittoria non solo di Baroni ma anche del presidente Lotito. Su Rovella…» – ESCLUSIVA

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Caputi, giornalista sportivo, ha parlato in esclusiva a Lazionews24 dell’inizio di stagione della Lazio e dei temi relativi ai biancocelesti

La stagione della Lazio, nonostante gli scetticismi iniziali, è partita in modo forte e prorompente, con Baroni che ha fatto ricredere in lui sia critici che una parte dei tifosi biancocelesti. Ma che ruolo può avere la Lazio in questa Serie A? Può puntare sia al campionato che togliersi soddisfazioni in campo europeo? A rispondere a questi quesiti e non solo, ai microfoni di Lazionews24, è intervenuto il giornalista Massimo Caputi.

La Lazio, nonostante lo scetticismo iniziale all’arrivo di Baroni, ha cominciato la sua stagione in maniera netta e prorompente. Ti chiedo, alla luce di quello che sta accadendo, questo avvio perfetto può considerarsi più la vittoria di Baroni o addirittura di Lotito, visto che il presidente punta molto sul tecnico toscano?

«Beh direi senza dubbio sia di Baroni che di Lotito, il quale ha messo al servizio del suo tecnico una squadra forte e competitiva, che sta ottenendo risultati importanti che sono sotto agli occhi di tutti. E’ una vittoria per entrambi perchè hanno capito ,nei rispettivi ruoli, quali erano i punti principali su cui lavorare e lo hanno e lo stanno facendo benissimo».

L’opinione sportiva accosta la figura di Baroni a quella di un altro grandissimo ex quale Tommaso Maestrelli. Secondo te in cosa si somigliano i due e se a tuo modo di vedere è un rischio per l’ex tecnico del Verona questo paragone cosi pesante e importante, oppure una carica in più per far meglio? Se non a Maestrelli a quale tecnico ex Lazio associ a Baroni?

«E’ difficile poter fare accostamenti, anche perchè ogni persona ha un suo tipo di carattere. Maestrelli è stato una figura storica per la Lazio e fondamentale e con il suo lavoro ha permesso al club di vincere poi lo storico scudetto del 1974,. Baroni è stato bravissimo a creare un feeling importante con la squadra e a far ricredere gli scettici, i quali puntano specialmente i tifosi troppo facilmente al fatto che un allenatore per essere bravo deve essere per forza un grande nome che ha vinto quando per ogni realtà non è cosi. Entrambe le due compagini hanno in comune la personalità e il carattere determinante trasmesso da entrambi i tecnici».

Quale è secondo te l’aspetto vincente che sta permettendo a Baroni di entrare nella testa dei suoi ragazzi? L’aspetto umano ed empatico oppure lo stile di gioco del toscano è perfetto per la struttura della rosa della Lazio e chi è che ne sta beneficiando in particolare? Noslin risulta essere uno dei calciatori in difficoltà, secondo te il salto Verona-Lazio è stato troppo grande e prematuro, oppure entra in gioco l’aspetto emotivo del ragazzo?

«Io direi sia l’aspetto tattico sia quello umano, sono entrambi un mix di ingredienti perfetto che sta consentendo alla Lazio di partire bene quest’anno. E poi c’è da dire anche che il club ha operato benissimo trovando elementi giusti, che hanno individuato nella Lazio un trampolino importante per la propria carriera calcistica. Sono stati fatti degli acquisti mirati e collocati allo stesso tempo nelle caselle e nei modi giusti. Il giocatore che ne sta beneficiando? Ne citerei due ossia Pedro e Tavares. Lo spagnolo perchè calcisticamente parlando sta vivendo una seconda giovinezza, mentre l’ex Arsenal sta diventando sempre di più un elemento decisivo nello scacchiere di Baroni. Per quanto riguarda Noslin può incidere assolutamente il fatto che passare da due realtà diverse come quella di Verona e quella biancoceleste sia un salto importante, e quindi gli serva del tempo per poter essere decisivo. Io dico anche che per avere una visione più adeguata del ragazzo occorra aspettare del tempo, giudicarlo adesso è prematuro»

Secondo te la Lazio dovrebbe concentrarsi totalmente sul campionato, oppure visto anche l’avvio fortissimo concedersi il lusso di vedere come va il percorso in Europa League? La coppa può essere un ostacolo o la Lazio può essere la nuova Atalanta?

«Io sono sempre stato contrario ai calcoli, che secondo me devono essere fatti più avanti. Adesso definire quale deve essere l’obiettivo primario della Lazio è prematuro. La cosa che posso certamente dire è che la squadra gioca benissimo e con entusiasmo e i risultati si vedono e sono agli occhi di tutti, se continua cosi può ambire a fare benissimo in entrambe le competizioni. In Europa deve ambire ad arrivare il prima possibile tra le prime otto, in modo tale poi che possa concentrarsi fino a Febbraio al meglio sul campionato».

Che ruolo può avere questa Lazio in campionato? La convocazione di Rovella in Nazionale è un altra vittoria per Baroni oppure è proprio l’ex Monza ad aver fatto l’upgrade adatto per essere scelto da Spalletti? Lo vedi come un perno del nuovo centrocampo azzurro?

«E’ un campionato difficile in cui veramente tutto può essere possibile e sarà molto interessante la lotta per il 4°posto sul quale la Lazio può tranquillamente puntare insieme ad Atalanta e Milan ad esempio. E’ importante durante la stagione, poi, alzare l’asticella ma non troppo, anche perchè i veri verdetti vengono decisi dopo Gennaio o anche dopo la Primavera. Rovella? Fin da subito ha fatto capire benissimo di essere un calciatore dalle enormi qualità e alla Lazio si sta confermando un giocatore di livello importante, che ha meritato la convocazione di Spalletti e senza dubbio sarà uno dei perni del centrocampo azzurro futuro».

A proposito di Nazionale, la sosta arriva secondo te al momento giusto per la Lazio, oppure il rientro dopo gli impegni dei giocatori con le varie nazionali può essere pericoloso e insidioso?

«Dipende molto dagli infortuni, i viaggi e gli spostamenti certo possono essere un’insidia ma più che altro, ripeto, dipenderà tutto dagli infortuni. Ma la Lazio è talmente organizzata e strutturata bene che saprà sopperire al meglio a questo problema, che non riguarda solamente i biancocelesti ma anche tutte le altre società, specialmente per coloro che hanno parecchi sudamericani».

Ad inizio stagione, considerando il mercato. quale annata ti aspettavi di Roma e Lazio, e adesso le gerarchie in vista anche del derby di Gennaio sono cambiate o ancora è prematuro parlarne?

«Attualmentem visto il rendimento di entrambe, è chiaro che ora le gerarchie delle due romane cambiano con la Lazio che si sta dimostrando superiore, dimostrando in particolare che non basta per forza prendere le figurine per fare una squadra forte ed è solamente il campo quello che decide. La Roma si sta dimostrando la sorpresa in negativo, certamente deve recuperare se stessa e deve essere bravo Ranieri, con la sua esperienza, a raddrizzare una stagione completamente iniziata male per i giallorossi»,

La lotta al vertice vede, oltre ad Inter e Napoli, anche Atalanta, Fiorentina e Lazio protagoniste. Secondo te cosa accomuna a livello di gioco queste tre squadre, e quale ritieni la più pericolosa per Inter e Napoli? Quale ritieni invece possa perder terreno durante il resto della stagione?

«L’Atalanta può sicuramente essere un’avversaria molto pericolosa per le big e se ci crede può lottare senza problemi per lo scudetto, anche perchè ha gli interpreti giusti per farlo. Per quanto riguarda Lazio e Fiorentina sono entrambe due belle realtà, ma tra le due compagini i biancocelesti sono più una certezza rispetto ai viola, che comunque sono una buonissima squadra. Palladino ha capito, dopo un inizio difficile, su dove lavorare per far rendere al meglio i suoi calciatori. Chi rischia di più tra le due? Non mi sento di dare già da adesso una sentenza».

A far discutere domenica sera è stato il rigore concesso all’Inter, che poi è stato sbagliato da Calhanoglu ma che ha fatto sfuriare su Dazn Conte, il quale sostiene che il Var sta perdendo sempre di più di credibilità. Sei d’accordo anche tu che ci siano ugualmente favoritismi e non una visione oggettiva? Che ne pensi del Var a chiamata?

«Io penso che, più che il Var, a perdere di credibilità siano stati gli arbitri, perchè il Var è uno strumento oggettivo e deve essere utilizzato bene da parte dei direttori di gara, altrimenti è normale che si vada incontro a situazioni del genere, con rigori ed errori che fanno discutere in ogni partita. Il Var a chiamata? Non cambierebbe assolutamente nulla perchè, anche se venisse attuato, a decidere saranno sempre gli arbitri e saremmo sempre lì con la questione».

L’avvio della Lazio è prorompente e netto come sottolineato prima, ma se si dovesse analizzare nel dettaglio la squadra di Baroni cos’ha ancora di imperfetto e da migliorare dal punto di vista tattico, e qual è il giocatore che le manca nel suo scacchiere?

«Se si dovesse analizzare nel dettaglio la situazione della Lazio, la cosa che dovrebbe migliorare, essendo un club dal gioco offensivo, è la fase difensiva. Per quanto riguarda invece il calciatore che le manca mi concentrerei sul centrocampo e sul centrale di difesa, ma non mi sento di sbilanciarmi e dire un nome specifico per entrambi i ruoli. L’importante è che prenda gli interpreti giusti, che non devono avere per forza il nome ma che siano funzionali al gioco di Baroni»

Si ringrazia Massimo Caputi per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista.

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