2013
La rabbia di un tifoso rilasciato: “Arrestato senza motivo e poi assolto. Trattati come criminali”
Nelle ultime 48 ore si sono moltiplicate le testimonianze dei tifosi laziali arrestati a Varsavia e dei loro parenti. Dalle parole di uno dei ragazzi trattenuti senza motivo, incarcerato e poi rilasciato è possibile farsi un’idea del trattamento surreale ricevuto dai supporter biancocelesti: “Non è possibile tenere delle persone in cella per 48 ore per ‘schiamazzi’ e per ‘aver camminato sul marciapiede impedendo il passaggio ad altri pedoni’. Questi sono stati i capi di accusa nei miei confronti e di tante altri ragazzi. Il risultato? Dopo due notti trascorse in carcere soltanto per essermi dichiarato innocente, sono stato pure assolto. Per questa storia ho saltato due giorni di lavoro senza un motivo, e mi auguro non ci siano ripercussioni”.
Cosa è accaduto nelle fasi precedenti all’arresto?
“Camminavamo per strada e siamo stati fermati dalla polizia. Ci hanno detto “venite con noi, vi scorteremo fino allo stadio”. Dopodiché hanno iniziato a identificarci chiedendoci i documenti e ci hanno fatto una piccola perquisizione. Dicevano che prima o poi ci saremmo incamminati alla volta dello stadio, ma in seguito hanno ricevuto l’ordine di fermarci tutti per portarci in caserma. I più “fortunati” sono stati portati nei commissariati, altri come me, sono stati portati in carcere”.
Che ricordo hai di quelle due notti?
“Sono state un’esperienza tremenda, un qualcosa che non auguro a nessuno. Trattati come criminali e tenuti in condizioni vergognose: mi hanno lasciato dentro la cella ammanettato per tre ore. Soltanto dopo avermi costretto a supplicarli mi hanno liberato i polsi. Ricevevamo tre pasti al giorno, di cui uno caldo, mentre gli altri due consistevano in delle fette di pane e una tartina che non darei da mangiare neanche a un gatto. Dovevamo supplicare le guardie persino per andare in bagno”.
Dopo questa esperienza pensi continuerai a seguire la tua squadra anche in trasferta?
“Amo la Lazio e continuerà a seguirla sempre, la Polonia però, d’ora in poi cercherò di evitarla”.