Campionato
Venezia Lazio, Chioffi: «Serviva maturità, ma c’è stata troppo leggerezza! Non cancella però il percorso fatto»
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Venezia Lazio, le parole di Chioffi dopo il brutto pareggio dei biancocelesti: «Serviva maggiore maturità: le assenze non sono un alibi»
Stefano Chioffi ha commentato il pareggio di Venezia Lazio di ieri pomeriggio. Di seguito le sue parole, sulle colonne del Corriere dello Sport.
PAROLE – «Serviva maturità. La Lazio aveva un compito: non abbassare il livello di attenzione. Ma ha affrontato il Venezia con leggerezza, come una gita in gondola. Ha pensato che sarebbe bastato il minimo sindacale per centrare l’ottava vittoria in trasferta. Squadra lenta, piatta, nel primo tempo non ha mai tirato in porta. È rimasta in attesa dell’episodio favorevole, considerando che il gruppo guidato da Di Francesco aveva sempre subìto gol dal 29 settembre, dalla sesta giornata. Ha sbagliato l’approccio, non è riuscita a leggere la partita, a orientarsi, a sporcarsi il vestito. Quando perde ritmo e spontaneità in fase di costruzione, il suo calcio si svuota di geometrie e contenuti.
Il pareggio con il Venezia, penultimo, ha fatto riemergere un limite di mentalità. L’infortunio di Castellanos e la squalifica di Rovella non possono rappresentare una giustificazione. L’idea di avere il triplo dei punti rispetto a Idzes e Candé si è trasformata in un fattore condizionante. La Lazio è stata disordinata e prevedibile. Distante dalla sua versione originale. Non ha capito i rischi e le insidie. In troppi hanno aspettato che il match cambiasse direzione grazie a un colpo di teatro. Gli strappi di Tavares sono durati trenta minuti. Noslin anonimo: soffre il peso degli esami e dei diciotto milioni investiti. Positivo il debutto di Belahyane. A Dia sono mancate le sponde di Castellanos: il senegalese ha sprecato un’occasione a pochi metri da Radu.
Un sabato appannato, però, non può modificare il giudizio complessivo su questa Lazio, che è andata a dormire da quarta in classifica e con il rimpianto di aver bruciato un’opportunità, alla luce delle sconfitte di Milan e Bologna. Stasera può essere sorpassata dalla Juve, che si presenta a Cagliari dopo il disastro in Champions. Qualche passaggio a vuoto rientra in un naturale percorso di crescita. La Lazio ha valori e un’impronta riconoscibile: movimenti fuori zona, interscambi di posizione, la ricerca del corridoio. A Venezia non c’è stata traccia di questo stile. È una squadra che a metà agosto non aveva un ruolo definito, in termini di spessore e di ambizioni. Invece si è costruita una stagione prestigiosa.
La gara di Venezia deve offrire a Baroni spunti di riflessione, ma non può cancellare un cammino sorprendente. La Lazio insegue ancora tre traguardi, proprio come l’Inter. La nostalgia per un’estate dominata dai divorzi eccellenti è sparita come una bolla di sapone. Merito di Baroni, che ha trovato presto la direzione giusta. La società ha avuto il coraggio di compiere scelte controcorrente: non ha temuto che un cambiamento così profondo potesse rivelarsi un salto nel vuoto. I
l passato è in un angolo. Immobile ha segnato dieci gol nella Super Lig turca, è quarto con il Besiktas, che ha iniziato il torneo con Van Bronckhorst in panchina e alla fine di novembre l’ha sostituito con Solskjaer, ex Manchester United. Luis Alberto ha un ingaggio da 7,4 milioni netti nell’Al-Duhail e sta provando a vincere il titolo in Qatar: due reti e undici assist in quattordici partite. Felipe Anderson fatica a inserirsi nel Palmeiras di Abel Ferreira. Nel campionato Paulista, in undici giornate, è stato utilizzato una volta: quarantacinque minuti contro il Santos. Raphael Veiga gli ha tolto il posto. Anche Kamada ha incontrato difficoltà nel Crystal Palace: ventidue presenze in Premier e solo dieci da titolare. Zero gol e zero assist. Il tecnico Glasner gli preferisce Eze e Sarr. Il pari di Venezia è un errore. Ma la Lazio si è garantita un presente emozionante.
Martedì sfiderà l’Inter a San Siro nei quarti di Coppa Italia. Domenica sarà impegnata in casa del Milan. Poi, il 6 marzo, l’appuntamento negli ottavi di Europa League con il Viktoria Plzen. Guendouzi e Romagnoli hanno un sogno: ritrovarsi il 21 maggio al San Mamés di Bilbao, lo stadio della finale».
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