C’è un abisso, un oceano, tra un fuoriclasse e un buon giocatore. C’è un abisso, un oceano, tra un giovane di valore e un fuoriclasse già a 18 anni. È la differenza, quel filo sottile (ma neanche tanto), tra Keita Balde Diao e i suoi “coetanei”. Lo riconosci subito quando un giovane diventerà un campione, ancor di più se lo è già a 18 anni risultando, a giochi fatti, imprescindibile per la propria squadra (maggiormente se si parla di una squadra di Serie A).
Mezza Europa lo ammira, la Lazio se lo gusta – Keita Balde Diao, attaccante classe ’95 senegalese, una cantera da protagonista nel Barcellona. Poi l’intuizione di Tare, altro che Lotito e “l’ho scoperto io”. Fu il DS biancoceleste a strapparlo ai blaugrana che ora, giura qualcuno, si stanno già mangiando le mani. Un anno fermo, bloccato per motivi burocratici. La voglia di giocare, di scendere in campo per il sogno della vita: diventare un giocatore professionista. I problemi sono risolti, Keita in Primavera non si contiene, è un piccolo grande mostro contro, all’apparenza, bambini che gli corrono dietro. Arriva lo scudetto con Bollini, Petkovic non esita a portarlo in ritiro con la prima squadra ad Auronzo. Allenamento duri, carichi pesanti mai svolti nella propria vita. Ecco i primi affaticamenti, ma il ragazzo cresce, gioca tutte le amichevoli precampionato, esordisce in campionato, fa il bis (da titolare, ndr) in Europa regalando anche un assist. Arriva qualche mese dopo il primo gol, splendido, a Parma, poi quello (l’aggettivo sceglietelo voi) in casa contro il Napoli. Il ragazzo non si può tenere fuori, ha numeri spaventosi. È già imprescindibile per la Lazio. Mezza Europa già lo ammira, i top club hanno chiesto informazioni a Lotito ma il patron si sente al sicuro avendogli prolungato da poco il contratto (non è escluso, comunque, che possa esserci un adeguamento sostanzioso nei prossimi mesi).
La differenza tra il biancoceleste e il giallorosso – Sì, se n’è parlato. Forse una mattina a dir la verità, la mattina dopo Lazio-Napoli. Sì, è stato detto che Keita ha realizzato un gran gol, che è un ragazzo da seguire. Poco, pochissimo. Sicuri che sarebbe successo lo stesso se il piccolo grande fenomeno giocasse nell’altra squadra della città? Già si creano finti miti, si parla di giovani fenomenali (Jevdaj, 0 presenze), pensate cosa sarebbe successo con Keita. Pensateci bene, noi ci limitiamo a porvi questo quesito. A noi sta anche bene non caricare di troppe responsabilità questo ragazzo, che intanto ci gustiamo, tutto per noi. E gli altri magari non ne parlano, ma fidatevi: non solo il Barcellona si sta mangiando le mani.