Varsavia, i tre ragazzi dicono no a scarcerazione su cauzione. L'avvocato: "A questo punto sarebbe inopportuno" - Lazio News 24
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Varsavia, i tre ragazzi dicono no a scarcerazione su cauzione. L’avvocato: “A questo punto sarebbe inopportuno”

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La decisione presa dai tre ragazzi ancora detenuti nel carcere di Biakoleka è di rimanere in carcere non pagando alcuna cauzione, aspettando il 28 gennaio, termine della custodia cautelare decisa nei loro confronti. Accusati di “adunata sediziosa”, come scrive Il Tempo al termine di un’udienza tenutasi in una lingua incomprensibile e senza la presenza di un avvocato difensore, furono invitati a firmare un foglio scritto in polacco. “Ci dissero che era un atto burocratico per uscire subito di prigione – raccontò poi uno dei supporters rientrati in Italia – in realtà era l’ammissione di colpa e la rinuncia volontaria a difendersi“. Raggiunto telefonicamente a Varsavia, l’avvocato Roberto Privitera svela a Il Tempo l’incredibile decisione presa dai ragazzi. “Giovedì mattina alle 10.30 si terrà l’udienza inerente le due istanze di scarcerazione dietro il versamento di una cauzione, presentate da me per conto di Matteo Buttinelli e Daniele De Paolis (Alberto Corsino ha rinunciato all’istanza, ndr). Ma anche in caso di accettazione, i tre non lasceranno Bialoleka“. Il legale fornisce poi le motivazioni della decisione shock: “Ormai il danno è fatto e si vuole evitare almeno la beffa. Giovedì saranno passati 43 giorni dalla loro ingiusta carcerazione e ne mancheranno solamente 18 alla naturale scadenza dei termini. Versare circa 7.200 euro nelle casse polacche sarebbe davvero troppo. Buttinelli e De Paolis, con le loro famiglie, hanno quindi già deciso che, qualunque sia il verdetto, resteranno in cella fino al 28 gennaio. Certo è – conclude Privitera – che ci batteremo per veder accettati gli appelli presentati da tutti e dieci ragazzi che hanno subito la reclusione”. E in caso di vittoria sono già pronte le richieste di risarcimento. “Non credo che ammetteranno mai di aver sbagliato, – dichiarava a Il Tempo Gianni Stazi, papà di Damiano– Se ciò accadrà dovranno pagare“.

 

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