2014
Kakuta ai raggi x: alla scoperta del nuovo acquisto biancoceleste
Vedere il nome di Gaël Kakuta alla voce acquisti al termine del tribolato mercato della Lazio deve aver fatto storcere il naso a un buon numero di tifosi. I meno esperti di calcio internazionale si saranno posti inevitabilmente un complesso interrogativo: “E mo chi è questo?”. Una conseguenza del tutto plausibile, visto che la Lazio si è privata nientemeno che di Hernanes, il suo giocatore (non si offendano gli altri) di maggior talento.
Kakuta però non è un perfetto sconosciuto, anzi, fino a qualche tempo fa era considerato uno degli astri nascenti del calcio europeo. L’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, dedica uno spazio utile a tracciare l’identikit del ragazzo, atteso a Roma nelle prossime 48 ore. Per lui, che ha fatto tutta la trafila delle Nazionali giovanili francesi dall’Under 16 all’Under 21, il ds Tare, ha speso poche ma significative parole: “E’ forte, vedrete”. Reja invece ha provato a inquadrarlo tatticamente: “Kakuta è un esterno offensivo, un mancino, può giocare nei tre davanti e dietro la prima punta”. Il francese a differenza di Postiga, sarà utilizzabile anche in Europa League, poiché col Vitesse (era in prestito) ha disputato solo i preliminari di Coppa.
KAKUTA CHI? – Gaël Kakuta nasce a Lille il 21 giugno 1991, da genitori di origine congolese. Il piccolo Gaël tira i primi calci a un pallone tra i dilettanti dell’US Lille-Moulins, e nel 1999 viene notato dal Lens: con il club del nord francese svolge tutta la trafila delle giovanili e vi rimane fino al 2007. In quell’anno il Chelsea, dopo aver messo gli occhi su di lui, induce il ragazzo a stracciare l’accordo con i francesi con la prospettiva di portarlo in Premier League. Questa vicenda, dopo un esposto alla FIFA da parte del Lens, che bolla come scorretto il comportamento del club di Abramovich, è stata poi risolta da una sentenza che ha punito Kakuta e il Chelsea con una multa salata. Ai blues, inoltre fu imposto il blocco del mercato per le successive due sessioni di mercato (sanzione poi ridotta a febbraio 2010). Insomma per uno così, doveva valere davvero la pena ‘sporcarsi le mani’. Al suo arrivo a Cobham, dove ha sede la cittadella sportiva del Chelsea, un incredulo Michael Ballack disse alla stampa: “Andate a vedere il ragazzo francese, è un fenomeno”. Insomma Kakuta prometteva bene…
TRAIETTORIA – Giunto a Londra, viene aggregato all’Academy del Chelsea, dove diventa in breve tempo un giocatore simbolo, mettendo in mostra le sue doti di funambolo e segnando un buon numero di gol: al termine della prima stagione tra i giovani dei blues colleziona 24 presenze condite da 12 gol. Numeri che nella stagione successiva gli consentono il salto in prima squadra, aprendogli le porte della Premier League a soli 17 anni. Proprio sul più bello però, all’ascesa di Kakuta si frappone la sfortuna: in un’amichevole con la Primavera subisce la doppia frattura della caviglia ed è costretto a stare lontano dai campi per circa sei mesi. Il Chelsea per manifestargli vicinanza e dimostrargli di credere in lui, gli fa siglare un’estensione contrattuale fino al 2015. Tuttavia la competizione a Stamford Bridge è durissima, sulla sua fascia c’è un certo Florent Malouda… Kakuta non trova spazio spazio così chiede e ottiene di essere ceduto in prestito per trovare continuità e farsi le ossa.
I PRESTITI – A gennaio 2011 viene prestato al Fulham con cui terminerà la stagione con uno score di 7 presenze e un gol. D’estate torna al Chelsea ma per lui non c’è comunque spazio e stavolta viene spedito al Bolton, dove trova poco spazio e tra campionato e coppe raccimola 6 presenze e un gol. L’esperienza con la maglia dei Trotters, dura fino a dicembre 2011, dopodiché, nel mercato di gennaio, torna in Francia in prestito al Dijon. In Ligue 1 l’esperienza è decisamente migliore: con la maglia del Dijon, Kakuta mette a segno 4 gol in 12 presenze tra campionato e coppe, oltre ad un discreto numero di assist. Al ritorno al Chelsea, nell’ultimo giorno di mercato estivo viene ceduto alla squadra satellite del Chelsea, il Vitesse di Arnhem, compagine olandese della Eredivisie che è una sorta di succursale di Stamford Bridge. In 2 stagioni con i gialloneri i numeri si specializza più come assist man che come goleador: in 34 presenze tra campionato e coppe sono 5 le reti. Adesso c’è la Lazio, ancora una volta in prestito, ma con l’obiettivo di guadagnarsi una volta per tutte la stabilità e affermare definitivamente il suo talento.