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2014

Keita e Gervinho, i nuovi protagonisti del derby di Roma

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Gervinho e Keita. Ma come, non è più il derby di Klose e di Totti? Una piccola rivoluzione in quattro mesi. All’andata Keita scaldò la panchina di Petkovic e Gervinho era ancora un oscuro attaccante, che Garcia chissà perché aveva voluto a ogni costo. Oggi, se gli astri li ispirano, possono mettere la firma sul derby. Sono un po’ le mine vaganti, i “guastatori” su cui i due tecnici puntano per far saltare gli equilibri, per spaccare la partita, per rompere un derby che si annuncia tatticamente molto ingabbiato e, speriamo, non troppo anemico. Reja, infatti, annuncia il suo piano: « mi basta anche un pari ». Garcia invece non cambia mai, sempre lo stesso: « giochiamo solo per vincere ». Facile immaginare come si affronteranno: la Lazio che aspetta e la Roma che cerca l’affondo, negli spazi sempre più stretti. Gervinho e Keita si sottraggono però a questa logica. Geniali e imprevedibili, troppo ribelli per riconoscersi all’interno di un piano tattico. Gervinho non è solo uno sbuffo straordinario di fantasia e spettacolo. Da qualche partita riesce persino a vedere la porta, in Coppa ha eliminato la Juve e segnato due gol pesantissimi al Napoli. In campionato ha steso il Verona con una prodezza da goleador nato. E’ diventato l’apriscatole prezioso e travolgente di Garcia. Corre con la leggerezza di un velocista, sospinto ormai dalla stima dei compagni, dall’entusiasmo e dal gioioso stupore dei tifosi. Garcia dice che può fare ancora meglio, ma sinceramente meglio di così è quasi impossibile. Gervinho cavalca l’out sia a destra che a sinistra. Contro il Napoli ha incominciato a sinistra, poi ha sfondato a destra. Dice che ha invertito la fascia per favorire gli assist di Totti, quei lanci no look che il capitano catapulta più frequentemente sulla destra. Ma è probabile che oggi Gervinho parta a sinistra, dove troverà probabilmente Konko, favorito nel ballottaggio con Cavanda. Se Garcia deve scegliere un fianco, meglio affondare da quella parte, piuttosto che dal lato di Lulic. Inoltre, partendo a sinistra, Gervinho può accentrarsi per andare al tiro, come è successo clamorosamente a Verona. Naturalmente se c’è campo aperto, negli eventuali contropiede, la scelta diventa occasionale, schizzerà dove meglio gli pare. Gli estri di Gervinho possono, dunque, condizionare e non poco quelli della Roma in una partita che tatticamente si annuncia complicata: Reja mira a imbottigliare gli attacchi romanisti, partendo dalla convinzione che l’avversario è più forte e che quindi anche il pari gli garba. Non rinuncerà però a mordere con le ripartenze. Non si sa bene se schiererà un 4-3-3 o un 4-3-2-1, ma cambia poco. Keita e Candreva sono le frecce che devono ribaltare il gioco, sfondare sulle fasce, possibilmente mettere un assist per Klose, sempre implacabile nei derby. Candreva lo fa da tempo e con risultati apprezzabili. La novità è il ragazzino, che all’andata vide il derby dalla panchina e che oggi aggiunge talento puro a questa Lazio. Giocherà sicuramente sulla sinistra, perché lì la Roma è più vulnerabile: Maicon preferisce svolazzare, più che difendere, e Keita lì può trovare gli spazi che cerca. In più, se mette pressione, impedirà a Maicon di sfrecciare come al solito sull’out, privando la Roma di una risorsa importante. Keita ha 18 anni e una freschezza che può imbarazzare Maicon, usa destro e sinistro con la stessa disinvoltura, sa affondare per il cross, ma può anche accentrarsi e battere a rete (clamoroso palo contro la Juve). Sulla sua qualità non si discute, se mai gli manca un po’ di mestiere, ma ha personalità ed è sfacciato quanto basta. Su quella corsia deve solo trovare più sintonia con Lulic, che a volte lo scambia per un intralcio, quasi un ostacolo alle sue scorribande. Se appena migliora l’intesa tra i due, Reja a sinistra avrà una catena formidabile. Gervinho è più generoso, rispetto al ragazzo. In 17 gare ha recuperato 62 palloni, Keita in 11 solo 11. L’ivoriano rientra di più, aiuta meglio la squadra nella fase di non possesso; Keita ha incominciato a farlo domenica a Verona contro il Chievo. Sinora Gervinho ha creato più palle gol: 29 in 17 gare, Keita 7 in 11. Ma Gervinho ha una carriera quasi alle spalle, Keita se la sta costruendo appena adesso. Se sapranno essere decisivi lo vedremo, ma di sicuro hanno i numeri per dare uno scossone a questo derby. Un ivoriano e un senegalese, due talenti africani per il derby romano, in un calcio ormai sempre più globale.

Luigi Ferrajolo – Corriere dello Sport

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