Edy contro Vlado, scontro impari: la difesa il punto forte del friulano

La decisione di riportare Edy Reja sulla panchina della Lazio è stata forse una delle scelte più lucide operate da Lotito in questi ultimi tempi. Petkovic dopo un buon avvio di campionato nella passata stagione, in cui ha avuto il merito e la fortuna di vincere un trofeo che resterà negli annali biancocelesti, ha poi perso il polso della situazione. Un suo allontanamento era necessario o si rischiava di finire male: nel solo girone d’andata, Petkovic aveva subito 26 gol in 17 giornate. La Lazio aveva la quattordicesima difesa del campionato, a pari merito con Verona e Milan. Nell’impresa di far peggio erano riusciti soltanto il Livorno (29 gol al passivo), il Bologna (31), il Catania (32) e il Sassuolo (36). Dall’avvento di Reja, nonostante un calendario difficile, le cose sono cambiate radicalmente: la porta difesa da Berisha è rimasta inviolata in 4 occasioni su 6, e la squadra ha subito soltanto 3 gol. Oggi i punti conquistati dopo 6 partite di campionato sono 12, e 7 di essi sono arrivati in trasferta. La Lazio è trasfigurata.

SOLIDITA’ DIFENSIVA E SENATORI – Ma qual’è il segreto di Edy? Niente di straordinario: il tecnico di Lucinico ha fatto cose semplici come restituire alla squadra una quadratura difensiva e schierare i calciatori, soprattutto quelli che per la Lazio sono sempre stati importanti come Ledesma, nei ruoli in cui hanno reso meglio. Non bisogna tralasciare però la grande opera di convincimento psicologico operata su calciatori ritenuti bolliti come Dias, e il grande lavoro tattico svolto in allenamento con Bollini. La Lazio è ripartita grazie a Edy, è vero, ha un Hernanes in meno, un Mauri in più, ma può contare sullo spirito e sulla grinta di questo giovanotto di 68 anni per lanciare l’assalto all’Europa, in questa e nella prossima stagione.