Focus
Lazio-Roma, attenzione alla «trappola giallorossa»: non sarà la rivincita del 26 maggio!
A distanza di quasi quattro anni si torna a giocare un derby in notturna, mancanza che aveva spento la sensazione magica di questa sfida. Attenzione però a non scambiare il doppio confronto per una rivincita del 26 maggio
Per molti l’ansia rimane sempre la stessa, per altri invece l’attesa non è più quella che si respirava una volta. Certo è, al di là di quello che viene detto e sentito, Lazio-Roma non sarà mai una partita come le altre. E tutti lo pensano, inutile fingere non sia così. La stracittadina, per tradizione la più calda della penisola italica, capace persino di mandare in tilt l’intera Capitale meglio di qualsiasi altro evento, torna finalmente a rivivere le sensazioni di uno scontro in notturna. E’ da quasi quattro anni ormai che i riflettori dello stadio Olimpico non vengono azionati per illuminare l’incontro in questione, giocare alle 15 non potrà mai rendere l’idea dell’altissima posta in palio contesa sul terreno di gioco. Sicuramente lo scenario pomeridiano è stato quindi una delle cause che negli ultimi tempi ha sedato la sensazione stressante, ma al tempo stesso, magica del derby, le barriere divisorie installate nelle due curve e i vari scioperi indetti dagli ultras hanno completato il triste declino. Quelle stesse barriere che per il match d’andata del 1° marzo, su annuncio della Questura, saranno abbassate; un passo in avanti, o meglio un ritorno al passato, segno di un qualcosa che cambia in positivo e ridà alla sfida l’esclusività che da sempre la contraddistingue. Cosa intendiamo per esclusività? Beh, ovvio! E’ chiaro il riferimento allo scambio di sfottò fra la tifoseria laziale e romanista, duello goliardico che accompagna le settimane antecedenti al derby, e che vede la sua espressione massima e finale nel dispiegamento delle coreografie, contemporaneo all’ingresso in campo delle due formazioni. Coreografia però non è probabilmente il termine giusto da utilizzare per Lazio-Roma perché, il più delle volte, soprattutto volgendo lo sguardo alla Curva Nord, sono stati ammirati dei veri e propri capolavori artistici. Ad esempio questo:
NON E’ UNA RIVINCITA – E la memoria potrebbe essere rinfrescata tirando fuori «Caronte» il traghettatore dantesco o «Adone e Venere» del Canova. O meglio ancora, per restare in tema Coppa Italia, il «poker servito» e lo stendardo con la scritta «SPQR» del 26 maggio 2013. Sottolineiamo, 26 maggio 2013. La data va rimarcata poiché in questi giorni, nella sponda giallorossa, si spreca l’utilizzo di termini come remake, rivincita, riscatto. Eh no! I biancocelesti ci tengono a chiarirlo: l’imminente doppio scontro in semifinale non vale tutto ciò. Il 26 maggio è un’occasione unica e sola, è l’evento che ha riscritto gli almanacchi del calcio romano, il giorno in cui Roma è tornata in mano a chi (dal 1900) ne rappresenta simbolo e storia. Occhio dunque a non cadere nella trappola del nemico, nel trabocchetto di chi ha ancora dolore per una ferita aperta e spera furbescamente di cancellare una pagina scritta con inchiostro indelebile. Quindi, concesso parlare di confronto più importante della stagione, o di «guerra etnica», ma non di rivincità, quella non ci sarai mai.