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Sensini: «Scudetto indimenticabile. Inzaghi bravo a rischiare. E sul derby…»
L’ex calciatore biancoceleste Nestor Sensini è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia per commentare il match di domenica tra Lazio e Udinese
Tante emozioni, ma soprattutto tanti ricordi per Nestor Sensini con la maglia della Lazio. L’ex difensore argentino ha rispolverato il passato: «Sono stato poco alla Capitale, c’era poco spazio per me. Eriksson mi diede la possibilità di scegliere e decisi di ritornare a Parma. Da quella Lazio sono usciti tanti tecnici? Mancini ha fatto un buon lavoro. Il Cholo è tra i migliori, in Europa l’ha dimostrato. Almeyda anche sta facendo bene, è molto offensivo, ha la sua maniera di intendere il calcio – ha dichiarato ai microfoni di Radio Incontro Olympia -. E’ molto convinto del suo gioco. E a volte si arrabbia quando gli altri pareggiano e poi vincono. Cesar? Stanno facendo lo stadio nuovo, è un traguardo molto importante. Ha detto che se si fossero qualificati in Copa Libertadores, avrebbe continuato a giocare per comprare i palchi degli stadi! Lo scudetto? Avevamo vinto, dovevamo aspettare il Perugia. Calori ci ha fatto quel piacere: già avevamo la testa a Perugia mentre giocavamo, figurati quando eravamo nello spogliatoio e iniziavamo a crederci, mentre ascoltavamo una radiolina, con la gente rimasta sugli spalti. Nessuno pensava “tanto è la Juve, adesso segnerà”. Poi siamo esplosi. Se c’era da scrivere un finale, era quello. Più quello non si può. Quando abbiamo vinto con la Juve, allora abbiamo iniziato a pensarci davvero».
GRANDE GRUPPO – «Avevamo uno spogliatoio di grande carattere. Ci poteva essere qualche problema in settimana, ma nessuno voleva mai restare fuori: credo che fosse quella la nostra forza. Non rinunciava nessuno mai a qualche fatica in settimana. I risultati, poi, hanno aiutato a unire lo spogliatoio. Anche quello che giocava di meno alla fine era contento che le cose andassero bene. Mancini era un brontolone se rimaneva fuori, così come Mihajlovic. Leader? Marchegiani era uno che giocava oppure no, veniva sempre ascoltato quando parlava. Mancini per esperienza. Ma in quel gruppo ce n’erano tanti: Couto, Simeone, ma anche Almeyda erano tra i veterani. Nedved era serio, si allenava per essere il migliore. Lo è diventato, sta facendo il dirigente alla Juventus. Era “cattivo”, che non parla mai ma se ci deve mettere il piede! Non animava il gruppo, ma quando c’era da lavorare…”. Quella litigata tra Simeone e Couto: «Sono cose che accadono e poi rimane lì – spiega Sensini –. Simeone ha un carattere duro, ma quando sbaglia è il primo ad ammetterlo».
LA LAZIO DI INZAGHI – «Sono molto contento, la Lazio è tornata nelle posizioni che merita. E sono felice per Simone, non era semplice, era un rischio anche per lui, ma lo ha accettato. Molti vogliono allenare la Lazio, è una grande società con una grande tifoseria. Ci sono tanti allenatori che saranno più vicini di me, però. Per esempio, ho sentito che il Cholo vorrebbe tornare o alla Lazio o all’Inter. Inzaghi? Mi sarei aspettato più che facesse l’attore che l’allenatore (ride, ndr). Quando parlavamo di calcio, però, si vedeva che era uno attento. Ma mi ha stupito: non era facile, fino a poco fa era in Primavera. E non è nemmeno facile farsi capire così dai propri giocatori. Simone Inzaghi sta facendo bene, la sua squadra ha un’identità, scende in campo con un’idea ben precisa in testa. La forza di questa squadra, è il gruppo. Mi sembra quadrata, difficile da superare. Biglia? Prima che arrivasse in Italia non lo consideravo molto. Con la Lazio ha fatto il salto di qualità. E’ un giocatore importante, speriamo che rimanga alla Lazio».
UDINESE E DERBY – «Vedendo i biancocelesti, mi sembrano favoriti. Ma nel calcio non si può mai sapere. L’Udinese non ha riuscito a mantenere il livello, ha venduto molti giovani. Se la Lazio sarà quella che abbiamo visto nelle ultime sfide, potrà vincerla. I miei derby? Vivere il primo derby è stato pazzesco. Lo abbiamo perso malissimo. Il secondo invece ci ha rilanciato. Ti dà una spinta, vincerlo. Quella di mercoledì sarà una gara difficile e speciale: già è particolare il derby, figuriamoci se ti permette di andare in finale. Sono entrambi squadre in salute. Spalletti mi ha allenato, è un grande tecnico e un grande allenatore. Voleva portarmi alla Samp, ma io preferii rinnovare con il Parma. E’ un amico, ma la lascerò da parte per il derby! Quella è una partita invidiabile, rimane nella memoria di qualsiasi giocatore», conclude Sensini.