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Stadio Lazio, la strategia di Lotito. E Sgarbi chiarisce: «C’è stata un’incomprensione»
Ecco la strategia della Lazio per ottenere la concessione per la costruzione dello stadio. Intanto Vittorio Sgarbi chiarisce l’incomprensione con il presidente Claudio Lotito
Cubature, vincoli idrogeologici e opere di urbanizzazione. Per lo stadio della Lazio bisogna attendere, Claudio Lotito è paziente, chiederà però lo stesso tipo di trattamento riservato alla Roma, senza sconti o differenze. Il presidente biancoceleste ha scelto di giocare di rimessa, aspetta un segnale dal Comune di Roma e dalla sindaca Virginia Raggi. Non farà la prima mossa, ma soprattutto attende di capire come finirà, dopo il passaggio alla Regione, la partita della Roma sullo stadio di Tor di Valle. Prima di allora la società continuerà a studiare la situazione, semmai accetterà eventuali inviti da parte dell’amministrazione capitolina per proporre nuove idee.
LA LINEA DELLA LAZIO – Lotito non ha alcuna intenzione di ristrutturare lo stadio Flaminio e, come sottolineato dal Corriere dello Sport, non ci sono stati avanzamenti per altri progetti. Lo stadio della Lazio venne bocciato dalla giunta Veltroni tra il 2005 e il 2006, il progetto dovrà essere rivisitato sulla base della legge 2014, ma il presidente insisterà sulla necessità di costruirlo sulla Tiberina, tanto più alla luce di determinati parametri tenuti in considerazione per Tor di Valle. L’ipotesi Flaminio con Cittadella sulla Tiberina, rimane un affascinante piano B e al momento non è stato ancora considerato.
SGARBI – Il critico d’arte negli ultimi giorni aveva rilanciato la candidatura dello stadio Flaminio, l’ipotesi però è stata nettamente depennata da Arturo Diaconale. Un nuovo confronto questo si è ripetuto ieri sera, sulle frequenze di ‘Radio Incontro Olympia’, dove le dueparti hanno avuto modo di parlarne e chiarirsi. «C’è bisogno di fare un po’ d’ordine, probabilmente c’è stata una sorta di incomprensione. Io ho suggerito a Lotito di prendersi in carico la ristrutturazione del Flaminio, in cambio dei permessi per rendere edificabile l’area da lui individuata sulla Tiberina. Ieri mi sembrava disponibile a prendere in considerazione questa ipotesi, come una sorta di baratto lecito e alla luce del sole. Lui non vuole farlo al Flaminio, ma a Roma Nord, io invece ho interesse perché lo stadio Flaminio sia restaurato».