2014
La parabola di Lulic da totem ad agnello sacrificale
Non è passato neanche un anno da quando Senad Lulic ha regalato alla Lazio uno dei trionfi più belli della storia del club biancoceleste, la Coppa Italia vinta contro gli odiati rivali giallorossi. A distanza di 11 mesi, tante cose sono cambiate: la Roma non è più una banda senza direttore d’orchestra e veleggia verso un secondo posto che vorrà dire Champions, la Lazio non ha più Petkovic, stratega di Coppe, e neanche Lulic è più quello del 26 maggio.
Il bosniaco ha vissuto una stagione particolare: la prima metà di campionato è stato costantemente l’uomo in meno della Lazio. Lui che è sempre stato uno di quelli che fa accellerare la squadra, ha disputato un girone d’andata costellato da prestazioni anonime, in cui sembrava essersi imbrocchito di punto in bianco. Nelle ultime dieci partite, invece, Senad appare essersi ritrovato a suon di gol e assist. Contro il Torino però ha fatto un passo indietro dal punto vista del rendimento: è sembrato molto nervoso, e ha addirittura avuto un battibecco con Bollini. Che sia innervosito dalle insistenti voci di mercato che lo vogliono lontano da Roma? La Gazzetta dello Sport è sicura che Lulic sarà uno dei sacrificati del prossimo mercato biancoceleste: i soldi della sua cessione serviranno a riscattare Candreva e, magari, a ottenere in cambio qualche contropartita tecnica dalla Juventus, principale indiziata per assicurarsi i servizi del bosniaco.