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Caso Infront, Lotito: «Abodi? Un pericolo pubblico, meglio Berretta…»
Caso Infront, le intercettazioni di Claudio Lotito
Andrea Abodi al vertice della Serie A? «Non esiste proprio, è un pericolo pubblico di totale inaffidabilità», queste le dichiarazioni del presidente della Lazio Claudio Lotito all’ex amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani. Successivamente saranno proprio i club di A ad affondare la candidatura di Abodi alla presidenza della Figc. Come riportato da Business Insider Italia, un uomo fuori dagli schemi avrebbe messo a nudo la lobby che da anni controlla il mondo del pallone. Meglio quindi tenere «Berettino che non conta un c…o», come dice Lotito. Anche il presidente del Genoa, Enrico Preziosi è d’accordo con il suo collega: «Beretta è un gatto che non graffia, è tranquillo, si fa i c…i suoi si fa, non rompe le palle, è di rappresentanza».
Dall’indagine della procura di Milano sul rapporto tra Infront e la Serie A emerge che ancora oggi M. B. (ex presidente di Infront) e Adriano Galliani (ex ad del Milan) hanno voce in capitolo. E questo è uno dei motivi per cui i pm hanno presentato appello contro l’ordinanza di Gip di Milano che ha respinto la richiesta di arresto del manager (B. ndr): la Procura è convinta che ci sia il rischio di reiterazione del reato. Anche perché l’ex dirigente si starebbe riorganizzando «con la creazione di una nuova società, con uffici a Londra e a Milano, operante nel settore dell’acquisizione e vendita dei diritti». Marco Bianchi di B4 Capital afferma che «B. ha trovato i soldi per fare una rivoluzione culturale». L’obiettivo era quello di estromettere dai processi decisionali Infront. Nell’informativa della Guardia di Finanza si legge che «il cambiamento di strategia era candeggiato da Galliani e avallato da Lotito (ed anche da B.) ma necessitava ovviamente del supporto dell’assemblea di Lega». Su quest’ultimo aspetto si sarebbe fatto carico il presidente della Lazio che ne avrebbe parlato con quello del Genoa Enrico Preziosi, indagato nell’inchiesta come Lotito.