Di padre in figlio, Casiraghi: "Avete organizzato una qualcosa di molto bello per tutti. Ricordo il gol in acrobazia sotto la sud" - Lazio News 24
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2014

Di padre in figlio, Casiraghi: “Avete organizzato una qualcosa di molto bello per tutti. Ricordo il gol in acrobazia sotto la sud”

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Continuano i fiumi di interviste rilasciate da coloro che saranno i protagonisti dell’evento del 12 maggio. Questa volta è Pierluigi Casiraghi a parlare. Il “Tyson” con la maglia numero 9, attualmente commentatore sul canale FoxSports ed ex tecnico della nazionale Under 21, è intervenuto ai microfoni di Radiosei proprio questo pomeriggio. Di seguito le dichiarazioni:

E’ solo un impressione o sei tra quelli che hanno più voglia di scendere in campo? “Più che altro ce la devo fare a scendere in campo! Scherzi a parte, avete organizzato un qualcosa di molto bello per tutti quanti, per chi verrà a vedere ma anche per chi parteciperà da protagonista in campo. Personalmente è una bella occasione, perché mi permetterà di tornare su quel campo dopo 16 anni regalandomi una forte emozione”

Ti rende ancor più fiero essere considerato un big a prescindere dai trofei? “E’ vero, abbiamo vinto una Coppa Italia soltanto, e per me essere tenuto così in considerazione è una bella sorpresa: anche per questo ho accettato l’invito molto volentieri. Di eventi come questi ce ne sono molti in Inghilterra, ma non in Italia. Devo dire che la Lazio è una delle poche squadre che tiene sempre a ricordare sempre la sua storia”

Preferisci giocare nel tridente con Mancini e Boksic o con Rambaudi e Signori? “Voglio sapere intanto chi sarà l’allenatore della mia formazione, perché ci devo subito parlare. Ma devo dire che sarà bello giocare con tutti i miei ex compagni e con gli altri che hanno fatto la storia della Lazio, non solo con gli attaccanti”

Lo stadio sarà strapieno… “Un particolare molto significativo, fare 60.000 spettatori oggi è già complicatissimo per una partita ufficiale in Italia, per la Lazio a maggior ragione visto il contrasto tra tifoseria e presidenza. Questa voglia di lazialità emerge forte: l’Olimpico pieno da una parte sarà una grande emozione, dall’altra deve far riflettere qualcuno…”

Tra i tanti ricordi biancocelesti, qual è quello che ricordi maggiormente? “I derby sono sempre stati partite bellissime da giocare, perché l’adrenalina era veramente tantissima e mi coinvolgeva molto. Ricordo con molto piacere quello vinto 2-0 nell’anno con Zeman in cui segnai in acrobazia sotto la Sud (stagione 1994/95), riscattando la scoppola dell’andata subita per mano della formazione di Mazzone. Incredibile fu anche la partita vinta 3-1 in casa loro nonostante l’inferiorità numerica per quasi 90’ a causa dell’espulsione di Favalli dopo pochi minuti”

Come ha detto Felice Pulici, lunedì può rappresentare un punto di ripartenza per l’ambiente Lazio? “Non vivo quotidianamente l’ambiente biancoceleste e non percepisco il distacco che si vive da dentro tra ambiente e società, so solo che purtroppo di mezzo c’è la squadra che non riesce a vivere una situazione facile e quindi a dare il meglio. La sensazione di questo distacco è talmente evidente che è inevitabile la ripercussione sul calciatori”

Ti sei chiesto il perché di questo campionato deludente? “La squadra di quest’anno è buona, forse manca un po’ di qualità: oltre a Mauri, Candreva – io l’ho avuto con l’Under 21 e lo conosco molto bene – e pochi altri non ce n’è molta. Del resto non si vince solo con forza fisica e volontà”

Il rinnovo di Klose è già arrivato, quello di Reja è imminente: giusto ripartire da loro? “Sono valutazioni che spettano al presidente. Il rinnovo di Klose è giusto perché ha dato tanto a questa squadra, anche se non è più giovanissimo. Di certo non si può pensare di non avere delle alternative, Keita quest’anno ha fatto veramente bene ma ci vogliono altri giocatori. Anche la scelta dell’allenatore dipende dai programmi, con la stagione che volge al termine Lotito avrà tutto il tempo per valutare l’alternativa migliore”

L’Olimpico negli anni ’90 era sempre stracolmo, personalmente quale momento ricordi come più emozionante nel rettangolo di gioco? “A quei tempi il campionato italiano sfoggiava i più grandi campioni e gli stadi erano nettamente più popolati rispetto ad oggi. Giocare in uno stadio pieno è decisamente un altro conto, l’Olimpico vuoto poi fa molta più tristezza del normale perché è molto grande. Alcuni giocatori si spaventano con tanta gente attorno, altri – come me – si caricano. Il momento più bello era dato dall’atmosfera che si respirava nel sottopassaggio pochi minuti prima di entrare in campo, pronti per entrare nell’arena e combattere”

Quanto sei stato vicino a ripercorrere quel tunnel anche da allenatore della Lazio? “In realtà Gianfranco Zola ci è andato molto vicino, io sarei arrivato di conseguenza come vice. Non è successo, peccato perché sarebbe stato bello ma si vede che doveva andare così. In futuro chissà, mai dire mai…”

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