Caso Diakité, Tare inibito per un mese e società multata di 10mila euro. Avv. Gentile: "Faremo appello" - Lazio News 24
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2014

Caso Diakité, Tare inibito per un mese e società multata di 10mila euro. Avv. Gentile: “Faremo appello”

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AGGIORNAMENTO ORE 19.01 – Ai microfoni de Lalaziosiamonoi è intervenuto il legale della società biancoceleste Gian Michele Gentile: “Non condividiamo assolutamente il provvedimento della Commissione Disciplinare, faremo appello, abbiamo sette giorni per presentarlo. Secondo noi una telefonata non è una trattativa per una cessione. Tra Tare e Savini c’è stata una sola telefonata, nella quale il ds dice che lo ha chiamato Pradè perché interessato a Diakité. Secondo la Commissione questa è una trattativa per la cessione di Diakité”.

La Giustizia Sportiva si è espressa oggi sul caso Diakité, infliggendo un mese di inibizione al ds biancoceleste, Igli Tare, e 10 mila euro di ammenda alla Lazio. Prosciolti, invece, il diretto interessato Modibo Diakitè, i dirigenti Pasquale Sensibile, Luca Leone, Claude Alain Di Menno Di Bucchianico, Alessandro Zarbano; le società Sampdoria, Virtus Lanciano e Genoa: questa la decisione della Disciplinare, sui deferimenti per la violazione del regolamento agenti e del Codice di giustizia sportiva.

IL CASO – Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando: nel 2012 si consumò la rottura tra la Lazio e il calciatore francesce che non accettò il rinnovo contrattuale e decise di andar via a parametro zero al termine della stagione. Durante quel periodo, però, la Lazio provò a convincere Diakité, parlando con il suo agente Savini. Proprio qui sta il nodo della questione: Savini non poteva trattare con nessuno in quanto inibito per via della licenza sospesa. Tare dunque è stato deferito “per avere, nella trattativa avente ad oggetto prima il rinnovo del contratto e, di seguito, il trasferimento ad altra società del calciatore Mobido Diakite, trattato con l’agente Ulisse Savini nel mese di agosto dell’anno 2012, nonostante la licenza di costui fosse sospesa” e, infine, la società biancoceleste ”per responsabilità oggettiva per le violazioni ascritte al proprio dirigente Igli Tare”.

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