2014
La carica di Crecco: “Tra un mese sarò pronto!”
«Tra un mese sarò pronto per il ritiro. Sono uno che guarisce in fretta» . Per arrivare al reparto di chirurgia dove è ricoverato Luca Crecco è necessario un piccolo tour nell’ospedale Infermi, tra corridoi con pareti colorate metà di bianco e metà di beige. La stanza è la numero 6: un solo letto, arredamento minimal, grande riservatezza. Lo sfortunato centrocampista della Lazio è lì dentro, con un braccio immobilizzato, vegliato dalla madre Claudia e del padre Daniele che nella notte tra sabato e domenica non ha dormito neppure un minuto ed è rimasto sempre accanto al figlio. Adesso il suo ragazzo sta meglio: dopo la terribile ginocchiata ricevuta sul petto dal difensore del Torino Ignico la grande paura è passata. Il fisico di Crecco porta ancora i segni di quel terribile trauma (due costole e la clavicola sinistra fratturate, un ematoma a un polmone che ieri ha iniziato a riassorbirsi), ma sta iniziando a rispondere tanto che il giocatore ha confidato alle persone più vicine il suo sogno: essere pronto in un mese. Magari avrà bisogno di più tempo, ma lo spirito è quello giusto. Luca rimarrà fino a domani sotto osservazione complice il pneumotorace, poi potrebbe essere dimesso e tornare nella sua Roma dove lo aspetta il fratello più grande, Simone. «Se non avesse un fisico incredibile, non avrebbe assorbito una botta del genere» ha detto dopo la risposta confortante dell’ecografia di ieri mattina il suo agente Silvio Pagliari, all’ospedale insieme al suo collaboratore Michelangelo Minieri. Come riporta il Corriere dello Sport, a Crecco ha fatto visita anche il suo ex tecnico, Alberto Bollini ( «Adesso con le finali Primavera abbiamo chiuso per fortuna» gli ha detto l’allenatore sorridendo e riferendosi a quel virus che lo scorso anno lo costrinse a saltare la finale), mentre sabato all’ospedale si sono presentati Simone Inzaghi con i medici biancocelesti, il ds Tare, il team manager Manzini e il segretario Calveri. «Mister, mi serve un mese, ma ora basta Primavera. Voglio andare fuori a giocare» ha detto a Inzaghi che con quelle parole si è tranquillizzato. Il futuro di Crecco è in Serie B, dove ha diverse richieste, ma prima dovrà pensare a guarire. I compagni, ieri mattina tornati a Roma, lo hanno riempito di sms e pensieri attraverso i social network, l’amico Cataldi ha chiamato i genitori di Luca, il presidente Lotito si tiene costantemente informato, mentre una delegazione dei dirigenti della Lega Serie A e una del Torino si sono recate in ospedale. Tra i granata andati all’Infermi non c’era Ignico, ancora molto scosso per l’accaduto: il difensore ha inviato il suo messaggio attraverso l’allenatore Longo e il compagno Rosa Gastaldo, ma nei prossimi giorni contatterà lo sfortunato avversario.
Crecco sabato sera è stato accompagnato in ambulanza dai genitori, dall’agente e dal medico biancoceleste Morelli. «Mi sono reso conto subito che mi ero fatto male perché mi mancava il respiro e la botta è stata tremenda» ha raccontato il ragazzo che, nonostante il grave infortunio, tra l’ecografia e la tac di sabato ha trovato il tempo per chiedere il risultato della semifinale. «Senza di te hanno pareggiato» gli hanno risposto strappandogli un sorriso. La Lazio alla fine ha perso, mentre Crecco sta vincendo la sua partita.