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2014

La svolta di Lotito: pronto ad entrare anche in politica?

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Claudio Lotito a tutto campo. Dopo un lungo periodo di esternazioni limitate al massimo (una passo indietro per far abbassare la temperatura delle contestazioni da parte della tifoseria) il presidente della Lazio negli ultimi dieci giorni è tornato alla consueta, strabordante esposizione mediatica. Con nuovo strumento, però. Quello dei comunicati a getto continuo, un metodo mai utilizzato in precedenza nella sua ormai decennale gestione del club più antico della capitale. Un cambio di strategia «epocale», dietro il quale si nasconde la persona che da qualche settimana cura l’immagine e la comunicazione dell’imprenditore romano. Si chiama Monica Macchioni, è una specie di «autorità» nel campo politico, tanto che a lei si sono affidati numerosi uomini dell’establishment istituzionale italiano. Come riporta La Gazzetta dello Sport, quella dei comunicati a oltranza, trasferita dalla politica al calcio, è una strategia che desta però non poche perplessità. Soprattutto, poi, se catapultata in un ambiente diviso e lacerato come quello laziale. Ma, forse, questa svolta comunicazionale non è stata concepita, come si è pensato in un primo momento, per dare di Lotito una nuova immagine, capace di ricomporre la frattura apparentemente insanabile con la parte della tifoseria che lo contesta. No, non è probabilmente questo lo scopo. Il sospetto è invece che il «nuovo» Lotito mediatico abbia come obiettivo finale proprio il mondo della politica. Che Lotito aspiri ad entrare in quel mondo non è certo una novità. Lo ha ribadito in questi giorni («io sono pronto a scendere in campo se ci saranno le condizioni»), ma lo aveva già detto in tante altre occasioni.

È un suo vecchio pallino, ribadito in numerose interviste del passato, nelle quali – interpellato sull’argomento – si era sempre detto pronto a dare il suo contributo se gli fosse stato richiesto. Del resto, quello della politica è un mondo che il presidente della Lazio conosce benissimo. Ha frequentazioni abituali con personaggi istituzionali di primissimo piano, non è raro vederlo nei più importanti Palazzi romani. E poi a scendere in politica è stato vicinissimo in più di una circostanza. La prima era stata in occasione delle elezioni politiche del 2006, quando fu a lungo valutata una sua candidatura da parte di Forza Italia. Due anni più tardi, per le elezioni politiche del 2008, la candidatura al Senato era cosa fatta nelle liste dell’Udc. Saltò all’ultimo momento, il giorno stesso della presentazione delle liste, non senza un forte disappunto del presidente della Lazio. Poi, si parlò ancora di un Lotito in politica anche lo scorso anno, quando qualcuno ventilò la sua candidatura a governatore del Lazio (per il centrodestra). Chissà che questa sia la volta buona per la sua discesa in campo, anche se alle viste non c’è alcun appuntamento elettorale. Lotito, peraltro, la politica ha dimostrato di saperla fare molto bene a livello calcistico, dove da anni tesse le fila all’interno della Lega calcio. Oggi sarà tra i protagonisti (se non il protagonista in assoluto) dell’assemblea che deciderà sui diritti tv per il prossimo triennio. Certo, prima di darsi alla politica con la p maiuscola, è meglio che il presidente della Lazio risolva l’annosa questione degli attriti con la tifoseria. E per farlo, più che i comunicati, servono gli acquisti di nuovi giocatori e la conferma di quelli in organico. «Candreva resta. Le cessioni è uno sport che pratica la Roma», ha ribadito ieri. Servirà anche altro.

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