Basta: "Sono contento per come stiamo lavorando. Col Cesena dobbiamo fare punti" - Lazio News 24
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2014

Basta: “Sono contento per come stiamo lavorando. Col Cesena dobbiamo fare punti”

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Dusan Basta, dopo l’allenamento mattutino, è intervenuto a Lazio Style Radio per parlare delle sue prime settimane in biancoceleste, della prossima sfida contro il Cesena e della sua Nazionale. Ecco le parole del serbo:

Oggi allenamento sotto la pioggia…

“Sono contento per come stiamo lavorando. Sono tornati tutti i nazionali, manca solo Paorlo che ritorna domani, speriamo che porti buone notizie. Ci stiamo preparando per la partita di domenica: stiamo lavorando bene”.

Che gara ti aspetti col Cesena?

“Noi abbiamo bisogno, direi urgenza di fare punti. Per noi è molto importante. Dalla partita contro il Milan possiamo anche trovare cose buone, ma quando si perde va a male. Si può fare meglio.”

Cosa è andato male?

Forse dobbiamo mettere qualcosa in più sul piano della cattiveria ed evitare di prendere gol ‘facili’“.

Ti aspettavi un Milan così?

“Onestamente no…”

Pronti per la prima sfida in casa?

“Prima della partita non si può mai sapere mai, ma sono contento per come stiamo lavorando. E’ vero che abbiamo cambiato parecchi giocatori, ma possiamo fare bene”.

Come sta andando il tuo ambientamento?

“Sta andando molto bene. Posso dire che Roma è una delle città più del mondo e sono contento di essere qui. Ho trovato casa vicino a Formello così mi evito anche il traffico, che ho sentito che è terribile (ride)”.

Come è stato il tuo ambientamento in Italia?

“Il primo anno, all’ultimo giorno di mercato, sono andato in prestito al Lecce. Ma è andato molto bene in generale: dicevo spesso che sarei voluto venire in Italia. Magari rispetto agli anni ’90 è un campionato po’ calato. Speriamo possa tornare ad alti livelli”.

Differenze tra il calcio serbo e quello italiano?

“Lì ci sono solo due squadre importanti: Partizan e Stella Rossa. Quindi sono sempre le stesse squadre che lottano per il vertice e partecipano alle competizioni internazionali. Il calcio italiano è molto più tattico. In patria sono stato allenato per due anni da Zenga e mi ha abituato allo stile italiano”.

Come procede l’ambientamento di Djordjevic?

“Sta andando bene, è un ragazzo sveglio e non lo vedo in difficoltà”.

Che ne pensi dei tifosi?

“E’ molto importante che tornino allo stadio, soprattutto quando giochiamo in casa: il loro supporto ci mette le ali ed è indispensabile”.

Il derby?

“L’ho giocato contro il Partizan, ma qui mi dicono che è molto più acceso. Noi dobbiamo pensare al derby, ma pensare partita per partita e quando arriverà lo prepareremo. Penso che quella settimana non ci sarà bisogno che il mister ci motivi, visto che saremo tutti a mille”.

Come va con Pioli?

“E’ un allenatore che parla molto con noi ed è una cosa fondamentale: se una cosa non va riesce a comunicarla e il giocatore comprende subito l’errore”.

E il rapporto con la squadra?

“Bene, appena sono arrivato ho visto subito che sono tutti bravi ragazzi. Anzi, forse dentro al campo dobbiamo essere più furbi perché l calcio è così”.

Come procede con la Nazionale serba?

“Stiamo vivendo una fase di ricambio generazionale. I tifosi si aspettano che ci qualifichiamo per gli Europei e c’è un po’ di pressione. Abbiamo cambiato ct, è arrivato Advocaat, un nome importante, ora avremo due partite ad ottobre e speriamo di fare bene”.

Anche in nazionale giochi da terzino in una difesa a quattro…

“E’ meglio giocare sempre nello stesso posto. Io nella mia vita ho sempre giocato sulla fascia. La panchina con la Francia? In genere Ivanovic gioca al centro, stavolta ha giocato lui sulla fascia destra”.

Ivanovic è un giocatore col vizio del gol, ma anche tu ti sai far valere…

“In quel ruolo, con la difesa a 4, bisogna pensare prima a difendere. Poi se c’è la possibilità di aiutare la squadra in avanti ben venga”.

Qual’è il vostro punto di forza?

Il gruppo. Vedo tutti bravi ragazzi, l’importante è che nessuno si senta un fenomeno, ma non c’è questo rischio. Con la compattezza possiamo fare bene”.

Con i giovani come va?

Devono seguire i più grandi e potranno fare bene”.

 

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