Cana sui fatti di Serbia-Albania: “I tifosi ci hanno tirato pietre addosso, impensabile pensare di continuare la gara”

Sono passate solo due settimane dagli scontri tra Serbia e Albania. La UEFA ha preso la sua decisone, ovvero  sconfitta per 3-0 a tavolino per l’Albania e -3 punti alla Serbia. Il capitano dell’Albania, e giocatore della Lazio, però non ci sta, Lorik Cana ha espresso il suo pensiero in un’intervista ai microfoni di gazetadita.al: “Quando in ballo c’è un paese piccolo come il nostro non è raro subire queste ingiustizie. Abbiamo ancora due gradi di giudizio è difenderemo i nostri diritti fino alla fine, con argomenti forti. I media serbi hanno parlato più del drone che della violenza a cui siamo stati soggetti, inoltre è stato gettato fango sul fratello del nostro Primo Ministro e questo nel 2014 non dovrebbe essere permesso. Se rifarei lo stesso? Sicuramente si, siamo una squadra se uno è in difficoltà gli altri lo aiutano. Ci hanno gettato addosso pietre, tamburi, sedie, di tutto. Il tunnel che serviva per rientrare negli spogliatoi era di plastica, non era affatto resistente. Siamo cascati uno sopra l’altro, ed è proprio lì che ,i sono infortunato al ginocchio. In qualità di capitano ho mostrato all’arbitro le nostre condizioni che non permettevano il proseguo della gara, una volta che siamo stati attaccato dai tifosi per me la partita era finita. Non capisco come abbiano fatto anche solo a chiederci di scendere in campo dopo che i tifosi ci hanno tirato addosso le pietre”. In ultima battuta Lorik commenta tutte le offerte di cittadinanza onoraria dalle quali è stato raggiunto: “Le ho rifiutate, se ne sta occupando mio zio. Mi sono arrivate da Skopje, Mitrovica, Bajram Curri e altri comuni. Il motivo del rifiuto è che nessuno ha un merito più grande di un altro, ciò che abbiamo fatto quella sera lo abbiamo fatto come squadra. Dovremmo ricevere tutti quest’onore”.