In biancoceleste era arrivato un po’ a fari spenti, nonostante fosse reduce dal Mondiale. Nel centrocampo della Lazio «ricco di quantità e qualità», come lo ha definito ieri Pioli, pareva destinato a dover sgomitare parecchio per trovare un posto al sole. «Ma questo non mi preoccupa, sono abituato a conquistare col sudore ciò che desidero», disse il giorno della presentazione. Forse neppure lui si aspettava di diventare in così breve tempo il punto di riferimento imprescindibile della banda di Pioli. E così più che il Candreva tuttofare (assist man, goleador e tanto altro ancora) o il Klose campione del mondo oppure ancora il Biglia regista sontuoso, il simbolo della Lazio è proprio questo ragazzo cui nessuno ha regalato niente. Che, prima di arrivare in Serie A, si è dovuto sobbarcare la gavetta della Lega Pro e della Serie B e che, ora che ha raggiunto la vetta (fa parte pure della Nazionale, Conte lo chiamerà anche stavolta), non ha intenzione di fermarsi. Pioli a Parolo non rinuncia mai per tutti questi motivi e anche perché il centrocampista interpreta come pochi le due fasi. Bravo a tamponare e a rilanciare, a portare il pressing e costruire la manovra. Ed anche a tirare. Lo ha fatto 16 volte nelle prime 10 giornate, realizzando 2 gol. Non pochi, considerando che in alcune partite ha giocato ancora più «basso» del solito (quando Pioli ha schierato i suoi con il 4-2-3-1 invece che con l’abituale 4-3-3).
Parolo, ovviamente, ci sarà anche oggi a Empoli, dove Pioli cercherà di conservare il terzo posto pur dovendo ancora cambiare formazione (Marchetti non ce l’ha fatta). Per la Lazio, partita con propositi ambiziosi, ma non così ambiziosi, sarebbe straordinario arrivare alla sosta in zona Champions. Anche perché poi, alla ripresa del campionato, ci sarà lo scontro con la Juve. «Finora – gongola Pioli – nessuna squadra ci è stata superiore. Juve e Roma lo sono? Lo vedremo quando le affronteremo». Prima però c’è un Empoli che il tecnico laziale teme parecchio: «La sua classifica è bugiarda. Ha reso la vita difficile a tutti gli avversari incontrati. Sarà così anche per noi». Un motivo in più per non rinunciare all’unico giocatore che Pioli considera insostituibile. Toglietemi tutto, tranne il Parolo.
Gazzetta dello Sport