2014
Lotito aspetta una reazione dalla Lazio. E intanto scende in campo anche Cragnotti: “I tifosi devono seguire il presidente”
I conti devono farli con Lotito. Aspetta tutti al varco, pretende una reazione immediata già contro il Varese. E a Parma non si può fallire. Lotito ha promesso fuoco e fiamme, minaccia di portare tutti in ritiro prima o dopo il match del “Tardini”, la decisione dipenderà anche dalla sfida di Coppa Italia. Quando s’arrabbia è capace di tutto, anche di chiudere i rubinetti (nel senso economico del termine). Ha riconosciuto rinnovi d’oro, s’aspetta un rendimento super, non ammette cali di tensione. A Formello non tira una bella aria. Klose è esploso ieri, Gonzalez s’è lamentato dopo il match di Verona, ha lanciato segnali chiari a Pioli e alla società: «Nel calcio non conta solo l’atteggiamento. Io ho bisogno di giocare, qui o altrove…». Nello spogliatoio ci sono felici e scontenti, gli equilibri sono diventati sottili. Quando il pallone non entra in porta, quando i risultati non arrivano (possono bastare tre partite senza vittorie), iniziano a sentirsi scricchiolii sinistri. Lotito è deluso dalla Lazio, in campo non vede l’atteggiamento giusto e la fame che dovrebbe essere alla base delle motivazioni. Era piombato a Formello la scorsa settimana, aveva accusato la squadra di aver corso solo 20 minuti contro la Juve. A Verona s’è arrabbiato di nuovo, tornerà a farsi sentire nelle prossime ore se occorrerà. Pioli prova a tenere il gruppo unito, prova a tenere la barca in superficie. Ieri, intorno alle 18,30, ha convocato una riunione a Formello, ha riunito i collaboratori e lo staff medico. Tecnici e giocatori erano già in ritiro, la vigilia della partita contro il Varese è valsa l’occasione per tracciare un bilancio, per analizzare pro e contro, virtù e vizi, per migliorare il lavoro quotidiano e domenicale. Serve unità d’intenti, sono stati analizzati i piani e i programmi, si sarà parlato degli infortuni e degli infortunati. Ci sono alcuni calciatori ai box, finora si sono riscontrati eventi traumatici, ma anche muscolari, probabilmente legati alla preparazione estive. Si sono registrati dieci stiramenti, sono state giocate solo 14 partite ufficiali, 13 di campionato e una di Coppa Italia. Non è una stagione condizionata dagli impegni multipli previsti dall’Europa League. Pioli si sta interrogando su vari fattori, fa parte del suo ruolo.
In un momento difficile è arrivato un assist per Lotito, glielo ha fornito Sergio Cragnotti. Strano, ma vero. L’ex presidente ha ribadito il pensiero espresso poche settimane fa, l’attuale patron va seguito: «E’ così, certamente. Bisogna seguire Lotito, oggi il tifoso deve riconoscere nel presidente l’uomo guida, l’uomo che deve creare e dare un futuro alla Lazio». Cragnotti ha giudicato positivamente anche l’impegno politico-sportivo di Lotito: «Io non ho mai pensato a certi ruoli, ero impegnato profondamente nella mia attività industriale. Ma credo che oggi, in un Paese molto politicizzato, dove si cercano nuove strade, Lotito faccia bene ad occupare un posto di rilievo nel palazzo del calcio. Spero che questo porti un valore aggiunto anche alla società. E’ anche una questione personale, di prestigio. Le grandi squadre hanno sempre occupato un posto di preminenza». Cragnotti, intervenuto ieri alla presentazione del libro “La Quarta Vita”, ha analizzato temi calcistici attuali: «La Roma oggi è una grande squadra, può competere a livelli alti. Nella Juventus c’è più organizzazione, ha più status, ha più storia. Il calcio di oggi rispetto a quello dei miei tempi è diverso. Il livello è molto più basso, influiscono anche problemi finanziari, sono legati alla situazione internazionale. Mancano grandi campioni e le nostre società soffrono. Una volta incontrai Capello, mi disse “la sua Lazio vinse poco rispetto a quanto avrebbe potuto vincere”. Evidentemente occupare i posti giusti, per tornare al discorso precedente, è importante per dare rilevanza a ciò che si fa e in questo caso a ciò che si stava facendo all’epoca». Mancini, Simeone e Mihajlovic sono diventati allenatori vincenti: «Ogni tanto incontro qualche campione di quel tempo, oggi alcuni di loro occupano posti di rilievo. Mancini, Simeone e Mihajlovic sono stati miei calciatori, mie creature. Sono diventati grandi uomini di calcio». Cragnotti non vive di rimpianti: «Io rifarei tutte le stesse cose che ho fatto per la Lazio». Lui ha fatto i conti con se stesso.