2015
Ursino, ds Crotone: “Cataldi mi ricorda Bulgarelli. Nazionale? Conte lo chiamerà. Che emozione vederlo con la fascia al braccio!”
Danilo Cataldi si è preso la Lazio. Ieri nella gara contro la Fiorentina ha ricevuto anche la fascia di capitano da uno dei senatori dello spogliatoio biancoceleste come Radu. Emozione forte per i tifosi che finalmente vedono uno di loro con tanto di fascia al braccio. Cataldi ha solo vent’anni e sta giocando la sua prima stagione in serie A ma ha già la personalità del veterano. Testa alta e verticalizzazione pronta, qualità che hanno convinto mister Pioli e la società che in estate gli ha rinnovato il contratto fino al 2018. C’è un piccolo anedotto del passato che fotagrafa bene il perchè di questo amore: il Manchester City provò a convincerlo a suon di milioni non appena maggiorenne, ma lui rifiutò prolungando ai minimi federali con la sua squadra del cuore. Tappa findamentale nella sua crescita è stata sicuramente Crotone, società che gli ha permesso di giocare con continuità. Ai nostri microfoni il direttore sportivo dei pitagorici, Beppe Ursino racconta uno dei giocatori che ha lanciato in questi anni.
Direttore, che effetto le ha fatto vedere Cataldi con la fascia di capitano al braccio?
«Bellissimo, ho pensato: questo è un ragazzo che ha grande personalità. Non è facile guadagnarsi il rispetto in uno spogliatoio che annovera giocatori vincenti come Klose o Biglia, tanto per citarne due. Lui è un bravo ragazzo, oltre che bravissimo in campo. Tecnicamente è molto forte, siamo contenti che molti ragazzi che hanno giocato da noi adesso sono protagonisti in A. Da Florenzi a Bernardeschi, o ai più datati Gastaldello e Mirante. La nostra politica è stata sempre quella di lanciare e puntare sui giovani infatti ritengo che la proposta di istituire le squadre B è solo un palliativo. In B i ragazzi devono giocare e crescere, è una categoria allenante e difficile».
Ci racconti della sua esperienza a Crotone, all’inizio non giocava molto se non erro…
«Crotone credo sia stata una tappa fondamentale per lui. E’ vero, all’inizio aveva qualche difficoltà di ambientamento, specialmente nello stare in campo. Mister Drago ha fatto un grande lavoro con lui, è migliorato tanto. Io sinceramente lo avevo capito subito che era un giocatore destinato a vestire la maglia della Lazio e della Nazionale».
Un messaggio per Conte?
«Ma credo che i messaggi lui li mandi con le prestazioni che offre».
Vedendolo giocare, sembra essere già un veterano del gruppo, non crede?
«E’ la verità, è un ragazzo molto maturo per la sua età. Ci sono ragazzi che nascono per giocare a calcio, lui è uno di questi esempi. Quello che ci ha colpito è stata la sua grande educazione, rappresenta il prototipo del professionista esemplare».
Possiamo scomodare un paragone?
«E’ un tipo di giocatore molto particolare, in senso positivo ovviamente. Gioca sempre ad un tocco, ha una grandissima visione di gioco che gli permette di leggere prima la giocata. Avete visto come cerca la profondità di prima? Io ho un debole per lui, Danilo lo sa. Può giocare in un centrocampo a tre, a due e può agire sulla trequarti. La Lazio con lui ha il futuro assicurato. Diciamo che assomiglia a Bulgarelli, per caratteristiche tecniche».
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