2015
Lazio, un patrimonio da 200 milioni: Felipe Anderson ne vale almeno 30
Terzo posto in classifica, soltanto un punto in meno rispetto alla Roma seconda, un patrimonio giocatori che sfiora i 200 milioni di euro e plusvalenze da record. Alzi la mano chi pensava che questo potesse essere il risultato della Lazio 2014-15. E’ vero, mancano ancora due mesi abbondanti alla fine della stagione, ma i numeri e le basi per provare a vincere qualcosa di importante in futuro, come detto anche esplicitamente dal direttore sportivo Tare e da Stefano Pioli, sono state gettate.
La Lazio ha saputo voltare pagina dopo le delusioni dello scorso anno. Ha cambiato e ha cambiato tanto, ma non tutto. Prendete l’esempio di Felipe Anderson. Inseguito a lungo e poi pagato quasi 10 milioni di euro. Era stato bollato però come un flop di mercato. L’anno scorso in partita non gli riusciva niente di quello che faceva vedere in allenamento. Reja e i suoi compagni ne rimanevano stregati durante la settimana ma poi la domenica il brasiliano non ne azzeccava una.
Tare ha saputo credere nel ragazzo preso dal Santos, convinto che per esplodere in Europa, il ragazzo avesse soltanto bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi al meglio ed avere un po’ di fiducia da parte dell’ambiente. E quando a Formello ha trovato tutto questo, Anderson ha messo le ali ai piedi diventando non solo un punto di riferimento nell’undici di Pioli ma anche uno dei giocatori più talentuosi dell’intera Serie A. Preso a 10, adesso vale almeno 30 milioni di euro. Per questo la società sta provando a blindarlo allungandogli il contratto fino al 2019.
L’annata della Lazio è la conseguenza di programmazione e buona gestione. Serviva un difensore centrale giovane e forte. Dopo mesi di screening del mercato internazionale, il direttore sportivo ha deciso che fosse il caso di puntare su Stefan De Vrij, uno che conoscevano in pochi prima di vederlo all’opera come uno dei pilastri della nazionale olandese al mondiale. Ma la Lazio era riuscita a bloccarlo prima della competizione brasiliana, riuscendo ad ottenere il “si” del giocatore, che essendo il scadenza nel giugno del 2015, ha praticamente costretto il Feyenoord proprietario del cartellino a venderlo, anzi svenderlo, per 6 milioni di euro più 2 di bonus. Adesso vale il triplo.
Poi ci sono i giovani che rappresentano il fiore all’occhiello di una società che da qualche anno è tornata a puntare fortemente sul vivaio. Dalla Primavera sono saliti due giocatori che se vorranno, potranno avere un futuro ancora lungo e radioso nella Lazio. C’è Cataldi, che a solo vent’anni si è conquistato la fascia da capitano (anche se solo per dieci minuti) perché come ha detto Mauri “è un ragazzo che merita un premio per tutto quello che sta dando alla squadra”. Cresciuto in casa a zero euro, adesso Lotito potrebbe tranquillamente chiedere 8-10 milioni per lasciare andare. Cosa che comunque non farebbe mai, visto che il ragazzo, dopo aver raggiunto l’under21, sembra destinato ad un futuro nella nazionale maggiore.
L’altro giovane in rampa di lancio è Keita, anche lui preso per qualche centinaia di migliaia di euro dal Barcellona. E’ esploso prima di Cataldi ma essendo ancora un ’95, probabilmente ha faticato a gestire le luci dei riflettori tutte puntate su di lui. Pioli ha voluto evitare di bruciarlo. Lo ha tenuto spesso in panchina. Lo ha spronato perché non si allenava come l’allenatore stesso avrebbe voluto. Adesso Keita sembra aver intrapreso la strada giusta per tornare ad essere il valore aggiunto. Gli manca il gol, si vede. L’enorme voglia di segnare gli toglie anche un po’ di lucidità sotto porta. Ma la rete arriverà e allora, come successo a Felipe Anderson, potrebbe non fermarsi più.
Il Valencia aveva offerto 10 milioni di euro per riportarlo in Spagna la scorsa estate. La Lazio non ha ceduto alle tentazioni, convinta di avere in mano un altro crack. Vedremo se si tratterà di un’altra scommessa vinta, come le altre che sono in cantiere: da Tounkara a Oikonomidis (gli altri gioielli del vivaio) a Hoedt e Morrison, già presi a costo zero per il prossimo anno. Lungimiranza, programmazione e buona gestione, questa è la Lazio che un passo alla volta, vuole diventare grande.
Goal.com