2013
Lotito a tutto campo: “Conte? Mi tengo Petkovic, insieme ad Hernanes. In Europa abbiamo subito un’ingiustizia”
Lotito a 360 gradi. In una lunga intervista uscita sulle colonne di Tuttosport, il patron biancoceleste ha fatto il punto sulla sua Lazio nel giorno dell’importante Monday Night contro la Juventus. Cominciando, prima di tutto, dall’eliminazione in Europa League inferta dal Fenerbahce: “Non sono arrabbiato, ho preso atto di una situazione che ci ha penalizzato. La squadra non ha patito il colpo, però è avvelenata. Siamo consapevoli di aver subito un’ingiustizia”. Un’eliminazione, come quella subita dalla Juventus dal Bayern Monaco in Champions League: “Non so come si senta Agnelli. La Juve avanti in Champions avrebbe fatto bene al ranking Uefa. Chi ha gufato è miope. Io con Agnelli non ho mai litigato, il rispetto è reciproco. Le posizioni politiche sono una cosa, quelle personali un’altra. Ad Andrea gli riconosco diversi pregi: è fortemente aziendalista e ha una spiccata dote imprenditoriale”.
LAZIO – JUVENTUS – E questa sera, con le decisive assenze di Lulic, Biava e Radu dopo il dispendioso derby contro la Roma, sarà ancora più difficile affrontare i bianconeri: “Le loro assenze peseranno tanto, di fatto colpiscono un intero settore. Ma sono sicuro che sarà una Lazio competitiva. Anzi, mi auguro che la situazione porti a tutti a dare qualcosa in più. Contro la Juventus fino ad ora, tra campionato e coppa abbiamo raccolto due pari e una vittoria. Petkovic catenacciaro all’andata? Ma quale catenacciaro. E’ vero loro ci hanno messo in difficoltà e noi di conseguenza abbiamo cercato di contenerli. Bravi loro a schiacciarci, mica avevamo deciso a tavolino di metterci in undici davanti alla porta. Petkovic è uno dei pochi che gioca a viso aperto. Non lo cambierei con Conte, mi tengo il mio allenatore, che incarna i miei valori. Conte non la conosco come persona”.
SCARAMANZIA E FEDE – L’incontro di questa sera all’Olimpico sarà molto atteso, ma per Lotito non c’è superstizione che tenga. In nessuno caso. Ad assisterlo ci sarà ancora una volta la profonda fede cattolica e la filosofia di Papa Francesco: “Non sono scaramantico, io ho una formazione cristiano – cattolica, confido nella divina provvidenza. Non ho ancora conosciuto il nuovo Papa, ma mi piace, è entrato nella mente di tutti i fedeli. Quella del Papa è la mia filosofia: ora et labora. La massima benedettina è fondamentale anche nel calcio. E io le dovute proporzioni e da umile peccatore, fin dal mio arrivo alla Lazio ho parlato di valori spirituali, morali e di un calcio didascalico e non solo incentrato su aspetti economici. Però andiamoci piano: il paragone col Pontefice non è idoneo”.
CALCIOMERCATO –Lotito parla anche di mercato, a cominciare da Miro Klose: “E’ stato assente, ma ne sono mancati anche altri. Mi piace esaltare il collettivo, non il singolo. Futuro da dirigente? Ora è un discorso prematuro. In ogni caso, per questo genere di cose è necessario che ci siano due volontà”. Il discorso poi si estende alle possibili trattative sull’asse Torino – Roma: si parla di Matri, Quagliarella e Giovinco. “Il mercato non è ancora aperto. Perciò non guardo ai giocatori degli altri, soprattutto in Italia dove ho grande rispetto per i colleghi. Hernanes alla Juve? Punto primo: non è sul mercato. Punto secondo: dalla Juve non ho ricevuto offerte . E punto terzo: siamo abituati ad accrescere il potenziale della squadra e la testimonianza sono i risultati degli ultimi anni”. E su un possibile passaggio di Ibrahimovic alla corte di Conte, Lotito non si pronuncia: “Premesso che scommettere è un’attività che non conosco e non ho mai svolto, su Ibra non mi esprimo: non è un giocatore che sto seguendo per la Lazio”. L’arrivo di nomi altisonanti sarebbe però un manna dal cielo per la Serie A: “Mi auguro che il calcio italiano ritrovi credibilità non solo con investimenti finanziari, bensì recuperando capacità progettuale e di programmazione per raggiungere i top club europei”.
ONAZI, TOTTI E MESSI – Su un paragone tra Onazi e Pogba, Lotito dice la sua: “Onazi è Onazi, non mi sta stupendo: l’abbiamo ingaggiato perchè pensavamo sarebbe cresciuto così. Investiamo molto nel vivaio, perchè il mix è coniugare giovani di qualità e giocatori esperti”. Serve forse una personalità alla Totti per questa Lazio? Lotino non è d’accordo: “La nostra filosofia non è incentrata sull’individualismo e sulla centralità del singolo, puntiamo sul collettivo. Totti non lo conosco, quindi il mio discorso prescinde da un giudizio sulle qualità della persona”. In chiusura, Lotito esprime la sua opinione riguardo ad un’integrazione della Primavera alla prima squadra, sul modello del calcio spagnolo: “Io sono per le multiproprietà, come abbiamo fatto noi per la Salernitana. Premettendo di coniugare i due elementi: valorizzazione dei giovani e aumentando delle risorse sfruttando un diverso bacino d’utenza. In ogni caso in Lega non ostacolerò i miei colleghi”. Infine, una battuta sulla passione calcistica che si vive in casa Lotito: “A mia moglie Cristina non frega niente: non voleva che entrassi nel calcio e non condividendo i valori di questo mondo, disconosce questa parte di me. Io però sono un combattente e non mollo: spero di non diventare mai un reduce, perchè loro hanno sempre torto. Mentre mio figlio Enrico che ha 16 anni, è un intenditore, studia e vive di calcio. Ha un carattere alfieriggiante. Come tutti i ragazzi, vorrebbe che gli regalassi Messi”.