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‘Dalla scuola allo stadio’, Manzini: “Ci date voglia di vivere”. Cataldi: “Fantastico l’esordio all’Olimpico” – FOTO
Non accadeva da un po’ di tempo, la Lazio riprende la campagna “Dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport” e torna a far visita ai bambini delle scuole romane! Come si apprende sui profili social della società biancoceleste, Klose, Cataldi e Guerrieri, accompagnati dal team manager Manzini e da Bernabè con l’aquila Olympia, si sono recati all’Istituto Comprensivo Gianni Rodari. Proprio il dirigente prende subito la parola: “Veniamo sempre volentieri a questi incontri. Non siamo noi a darvi qualcosa ma è il contrario. Ci date voglia di vivere e gioire.Nella vita bisogna avere ambizioni, per arrivare serve il lavoro, servono i sacrifici e la dedizione. Ci vuole sempre rispetto per l’avversario, questa è una cosa fondamentale”. Poi tocca a Bernabè:“Com’è mantenere un’aquila? È un animale sensibile, bisogna avere pazienza. È importante rispettare il suo carattere. Con il tempo capisce che sei suo amico”.
Ecco il turno di Cataldi sulla prima volta all’Olimpico: “Bellissimo, è stato contro il Napoli il mio primo spezzone di partita. Poi con il Milan dall’inizio. Io sono di Roma, l’Olimpico l’ho sempre visto come un museo, ritrovarmi in campo con la mia squadra è stato bellissimo. Prima di una partita importante provo sempre la stessa cosa: un po’ di tensione, ma sono contento di indossare questa maglia. Sono tante le emozioni che provo”. Klose sulle differenze fra Germania e Italia:“Adesso in Germania ci sono più tifosi allo stadio, gli stadi sono nuovi perché ci sono stati i Mondiali nel 2006. In Italia il calcio è più tattico, tutte le squadre provano a non prendere gol. In Germania le squadra pressano di più e fanno più possesso palla”. Ancora Miro parla di sogni: “Cosa sognavo di fare alla mia età? Ho cominciato tardi a giocare, quando ho finito la scuola facevo il carpentiere. I miei genitori hanno voluto farmi imparare un mestiere. Poi ho provato a giocare in terza divisione, ho fatto tanti gol e sono andato al Kaiserslautern, quattro mesi dopo già ero in prima squadra”. Cataldi sui problemi in una squadra: “E’ importante andare in campo e fare i risultati, perché questi fanno la differenza. I problemi spesso ci sono quando non arrivano.
AGGIORNAMENTO ORE 11.10 – Domanda delicata a Miroslav Klose, l’argomento è il razzismo: “Prima di venire in Italia avevo sentito tanto parlare di razzismo, ma vi dico la verità ancora che non ho mai visto né sentito episodi di razzismo. Se ne parla tanto, ma sulla mia pelle non ho provato nulla di tutto ciò. E’ ovvio che certe cose non devono accadere, dobbiamo vivere tutti insieme e darci una mano a vicenda. Quando io sono arrivati dalla Polonia in Germania a 8 anni e mezzo, la Germania mi ha aperto le braccia: sono contento di essere cresciuto lì”.
AGGIORNAMENTO ORE 11.25 – Cataldi parla del suo futuro a fine carriera: “Non so ancora cosa farò quando smetterò, ancora devo iniziare per bene. Spero di giocare ancora per tanti anni. Quando smetterò vedremo, speriamo di avere un’idea più precisa in futuro”. Finalmente Guerrieri: “Ogni giorno ci alleniamo, a volte anche due volte. Io faccio un allenamento diverso rispetto agli altri. Più faticoso? Dipende dal tipo di allenamento che si fa, anche i calciatori di movimento corrono tanto. Il ruolo del portiere mi ha affascinato subito. È diverso, mi sta formando come persona perché sei lì da solo e da solo puoi uscirne quando sei in difficoltà. Mi esalto dopo una grande parata e non mi butto giù dopo un errore”. Klose e il fair play: “In Germania una volta il portiere non aveva fatto fallo su di me, ma l’arbitro aveva fischiato il rigore. Allora sono andato da lui e gli ho detto che non era rigore. Per questo episodio ho ottenuto una premio al fair play. Se sei più bravo dell’avversario puoi vincere lo stesso. A Napoli ho toccato la palla con il braccio, anche lì ho detto che non era gol”. Il tedesco descrive lo stile vita in Italia: “Mi piace molto, mi piace il tempo e il cibo. Anche a mia moglie piace la lingua, l’ha imparata prima di me. Ci sono molte differenze con la Germania”. Chiude Miro con una battuta sul Mondiale vinto: “Secondo me non esistono parole per descrivere quel successo, è bellissimo. Sono nato in Polonia e cresciuto in Germania, vincere la Coppa del Mondo con il tuo Paese è un’esperienza stupenda”.