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Infermeria, parlano Bianchini e Lovati: “E’ insopportabile che la nostra professionalità sia messa in discussione. Ecco cosa è successo con de Vrij e gli altri…”
Ai microfoni di Lazio Style Radio sono intervenuto il dott. Roberto Bianchini e l’ortopedico della Lazio, Stefano Lovati, per chiarire la situazione infortuni in casa biancoceleste: “Abbiamo letto su un quotidiano nazionale delle affermazioni già espresse in alcune radio in questi mesi. In relazione all’ultimo articolo di sabato 30 aprile, dico che è davvero insopportabile sentire e leggere che la nostra professionalità sia messa in relazione all’entità del nostro compenso. Il nostro compenso è personale e per motivi di privacy non sta agli altri saperlo. È impensabile sentir dire che siamo pagati a gettone. È veramente un pensiero assurdo in una struttura come la Lazio. Inoltre, far passare il messaggio che un medico non pagato debba essere considerato un professionista di seconda categoria è davvero un’accusa che noi non possiamo assolutamente accettare e che si ritorce contro a chi la fa. Abbiamo accettato quello che la società ci proponeva. Una volta accettata la nostra professionalità è qualcosa che non può essere scalfita e messa in dubbio. È stata una vicenda che ci ha ferito”.
57 INFORTUNI – “Premesso che i dubbi sono leciti, ma prima di scrivere certe cose bisogna fare mente locale. È vero che abbiamo avuto 57 infortuni quest’anno, ma quando parliamo di problemi medici dobbiamo capire di quale natura siano. Tra gli infortuni registrati, 26 sono muscolari e 31 di origine traumatica. Rispetto all’anno scorso quelli muscolari sono state leggermente superiori, ma quest’anno abbiamo avuto ben 57 partite. Vorrei che queste persone ci spiegassero come un medico possa prevenire una problematica di natura traumatica. A quel punto si può fare solo una giusta terapia di recupero per rimettere a disposizione del mister l’atleta. Per commentare una problematiche muscolare, anche lì, ci vuole una certa competenza. Un evento muscolare va correlato alle caratteristiche fisiche, all’età e alla soglia del dolore dell’atleta, oltre che da altri fattori. Esistono parametri diversi da atleta ad atleta. Un conto è guarire una lesione sul gemello, un conto sull’adduttore. È vero che ci sono lesioni catalogabili di I grado, ma poi l’evoluzione della guarigione è in funzione di quelle variabili che ho sopra elencato”.
GENTILETTI, DE VRIJ E KISHNA – “Per quanto riguarda Santiago, lui non ha mai avuto un problema al ginocchio. Ha avuto problematiche legate alla postura, ai muscoli flessori della conscia che andavano spesso in contrattura. Abbiamo dovuto fare un grosso lavoro di ginnastica postulare e resettare il giocatore per limitare queste contratture. È stato scritto che fosse ancora un problema relativo al ginocchio, ma questo è assurdo. Per Stefan invece dobbiamo specificare un aspetto, nessun paziente può essere costretto a sottoporsi ad un operazione chirurgica contro la sua volontà. Prima dell’aprile dello scorso anno, non aveva mai manifestato una problematica al ginocchio. Dalla sfida contro l’Empoli poi è emerso il problema al menisco. Poi un po’ perché voleva continuare a giocare con la nazionale olandese, un po’ per questioni personali, non ha voluto operarsi, tentando una terapia conservativa, anche se noi gli avevamo detto che prima o poi avrebbe dovuto sottoporsi ad un intervento. Il medico olandese gli aveva consigliato, prima di intervenire sul ginocchio, di trattare il problema pubico che aveva, dicendogli che poi sarebbe bastato. Ma noi non eravamo di questo avviso. Infine, Kishna l’ho personalmente visto io con una risonanza magnetica. Eravamo pronti per operarlo, ma lui ha preferito andare in Olanda dal chirurgo che lo aveva già operato. Ora, se sia stata sottovalutata la patologia, tanto da doversi operare di nuovo in Olanda, questo non lo so, ma noi non potevamo prevederlo. L’avessimo operato noi avremmo avuto tutte le responsabilità del caso e anche giustamente, ma visto che non è stato così…”.
VISITE MEDICHE PER UN NUOVO GIOCATORE – “I maghi non esistono in medicina, ma la società è sempre stata messa al corrente sulle condizioni di un giocatore quando arriva a Roma. Se dovessimo accettare solo giocatori completamente sani probabilmente daremo l’ok soltanto a due o tre. Ma è normale che un atleta che viene da tanti anni di carriera ed esperienze di infortunio possa avere qualche problematica e non essere completamente al top. A quel punto noi dobbiamo avvisare la società circa le sue condizioni ed evidenziarne i pro e i contro”.